mercoledì 30 gennaio 2008

Stasera cambiamo pub. La birra ce la prendiamo al PerfSpot

Oggi sono stato invitato ad entrare in PerfSpot. La prima reazione e' stata "n'altro! e bastaa!!!".

Poi, leggendo sulla rete di questo nuovo socialnetwork ho scoperto che, naturalmente, i ritmi di crescita sono sorprendenti, bla bla, i grandi leader si sentono minacciati, e bla bla, la formula del n-esimo brillante giovanottone americano (Hart Cunningham) e' speciale, bla bla ...


clipped from blogs.guardian.co.uk

PerfSpot raised a few eyebrows last month when it was listed by web measurement firm Nielsen Online as the fastest growing social networking site in the UK, overtaking Facebook during August this year.

Though far fewer users than Facebook, its UK userbase grew 756% in four months to 274,000 unique users during August, with a global usership of 1.8m.
blog it

In effetti un elemento di novita' c'e' se e' vero che Hart si e' coperto le spese di startup di tasca propria (2M di dollari). Ma bisogna anche notare che il ragazzo fa questo di mestiere (cioe' non e' il nerd puzzolente di qualche garage della silicon valley), visto che Hart Cunningham earned an MBA from California's prestigious Claremont Colleges at age 22 and launched his first global company at 24. As he continued to challenge and surpass previous limits, dozens of diverse enterprises followed.

Ma poi mi sono chiesto quale motivo avra' mai spinto 4,5 milioni di utenti (dice Hart, ma Nielsen non conferma) a registrarsi su PerfSpot, nel 2007 ? Ci sono ancora funzionalita' cosi' speciali e inedite nel settore dei social network (modello tradizionale: dating, pubblico il piu' ampio e variegato possibile) da indurre cosi' tanti a provarle, quindi cambiando e lasciando i social network gia' frequentati ? O il pubblico potenzialmente interessato al social networking e' ancora cosi' largamente piu' grande del totale di quelli che gia' si sono fatti prendere da questa "moda", che contera' anche gli anni ma evidentemente non si e' raffreddata la sua cool-oneria ? Poiche' moda non e'...

La mia sensazione e' che vale il principio del bar preferito. Qualunque sia il locale dove amiamo ritrovarci per un momento di svago, una birra tra amici, un happy hour di puro fancazzismo, per quanto consono al nostro gusto, scelto dalle persone "giuste", facile alle nostre abitudini ... dopo un po' si cambia. E ci si ritrova quindi da un'altra parte.

Allora stasera ci vediamo al PerfSpot ? Beh forse ci faro' un salto piu' tardi, ma su di me non contateci.

giovedì 24 gennaio 2008

I vincitori dei Bardi Web Awards 2007

I vincitori dei Bardi Web Awards 2007 sono:

categoria: e-Business Communication Driven

Terzo Classificato: www.vismaravetro.it
autore AXIS communications
titolare diritti Vismaravetro S.r.l.

Secondo Classificato: www.zegna.it
autore GianMario Motta
titolare diritti Ermenegido Zegna Holditalia S.p.A.

Primo Classificato: www.granturismoisback.com
autore Arachno S.r.l.
titolare diritti Maserati S.p.A.

categoria: e-Business Service Driven

Terzo Classificato: www.compa.it
autore Elisabetta Bonfiglioli
titolare diritti Conference Service Srl

Secondo Classificato: www.thecharminghotels.com
autore Marco Realfonzo
titolare diritti TLC Company

Primo Classificato - ex aequo:
www.myicp.com
autore Letizia Bollini
titolare diritti Alessandro Marosa
e
www.vinix.it
autore Filippo Ronco
titolare diritti Filippo Ronco

categoria: No Business Personal Projects

Terzo Classificato: www.katahomo.com
autore Alice Avallone
titolare diritti Alice Avallone

Secondo Classificato: www.tuxjournal.net
autore Vincenzo Ciaglia
titolare diritti Vincenzo Ciaglia

Primo Classificato - ex aequo:
www.mymoleskine.net
autore Fabio Iaschi
titolare diritti Fabio Iaschi
e
www.secondlifelab.it
autore Luca Bocedi con Simone Riccardi e Leonardo Rossi
titolare diritti Luca Bocedi

categoria: No Business Sites

Terzo Classificato: www.palazzote.eu
autore Nicola Romani
titolare diritti Comune di mantova - Assessorato alla Informatizzazione ed Innovazione Amministrativa

Secondo Classificato: www.area.trieste.it
autore Wavenet
titolare diritti Area Science Park

Primo Classificato: www.metweb.org
autore Marcello Boschetti
titolare diritti Istituito dei Musei Comunali di Santarcangelo

categoria: SmaBiz Awards

Terzo Classificato: www.lusardim.it
autore Ivan landi
titolare diritti Massimo Lusardi

Secondo Classificato: www.hotellanghe.it
autore Laura Copelli
titolare diritti Nico Gallina

Primo Classificato: www.liuteriapampalone.it
autore Sergio Anello
titolare diritti Alessio Pampalone

categoria: Premi Speciali Bardi Web 2007

Sport on the Net Award: www.realbeccaccino.it
autore Cinzia Tosatto
titolare diritto Andrea Accorsi

Site Evolution Award: www.lauragua.com
autore Laura Guazzaroni
titolare diritto Laura Guazzaroni

Local Contest Award: www.secondastellaadestra.com
autore Stefano Scibilia
titolare diritto Azienda Agrituristica Neverland

Education Sites - Prof. Vito Fumagalli Award: www.grandeguerrafvg.org
autore Wavenet
titolare diritto Comunità Montana del Torre Natisone e Collio

Ecology on the Net Award: www.ruotaliberabari.it
autore Daniela Dell'Aquila
titolare diritto Associazione Ruotalibera Bari

Best get-at-ability - Giovanni Zanichelli Award by ASPHI: www.mi.camcom.it
autore Arachno
titolare diritto Camera di Commercio di Milano

Best e-Government Project - Premio della Provincia di Parma: www.comune.merano.bz.it
autore Stefano Bolognesi
titolare diritto Comune di Merano

Best Cross Media Project: www.dejatv.it
autore Luca Golinelli e Giuseppe Ottani
titolare diritto Bjmaster - Luca Golinelli

Authors' Sites Challenge - Frank Berni Award: www.dagi.it
autore Damiano Cavaglieri
titolare diritto Dagi Communication

Art on the net - Onorato II Grimaldi Award: www.museidelcentro.mi.it
autore Letizia Bollini
titolare diritto Roberto Guerri

Animation and Storytelling Award: www.maseraticelebratesfangio.com
autore Arachno
titolare diritto Maserati S.p.A.

Advergame Award: www.menoballe.it
autore RMG Connect
titolare diritto Coca Cola Italia S.p.A.

mercoledì 23 gennaio 2008

Incredibile ma vero. Anzi quotidiano.

La notizia (di questa volta) e' che alcuni fornitori stranieri "non consegnano in Italia e in Africa".

Riporto da questo post di Marco una notizia che ha dell'incredibile, ma qui in Italia l'incredibile e' ormai dell'ordine del giorno.


Naturalmente anch'io ho il mio aneddoto da raccontare: una prioritaria spedita il 5 gennaio e ancora da consegnare a Milano. All'operatore delle poste a cui ho segnalato la cosa, la notizia non ha smosso nemmeno un ciglio, e la risposta (con la stessa espressione da pesce bollito che racconta Marco) e' stata: "doveva spedirla come raccomandata se voleva che venisse tracciata". Cioe' doveva pagare 3,5 Euro invece di 1,5 per spedire otto pagine in formato A4 con la sicurezza del recapito. Cioe' non solo spedire come "prioritaria" e' equivalente oggi al servizio che si dovrebbe avere spedendo normalmente, ma forse nemmeno questo e' ancora sufficiente visto che si consiglia la raccomandata (7000 lire per una lettera per essere sicuri che le Poste facciano quello che devono fare da sempre e dappertutto).

[edit 24/1 14:30] E adesso arriva anche la class action contro Poste Italiane.

Ma il punto e' che non si tratta piu' di episodi, caro Marco e voi tutti, e che raccontarli come eccezionali travisa la realta'. Cio' che e' incredibile per semplice pudore di alcuni, e' ormai comune realta' per molti, per troppi. "L'Italia come l'Africa" per via delle spedizioni postali, dunque. Ma non solo. "Il re e' nudo": ce lo stanno dicendo da tutto il mondo e sempre piu' spesso. Ma qui nessuno si sveglia dall'incantesimo.

Evidentemente non solo il re e' nudo in Italia, ma anche milioni di italiani con lui (e moltissimi prima di lui): se queste cose possono succedere e' solo perche' una vasta moltitudine chiude un occhio, acconsente, e alla fine si adegua. "Non si accettano lezioni di moralita' da nessuno", e quindi ale' nel baratro del menefreghismo, dell'inettitudine e della corruzione. Proprio per l'instaurarsi di questo costume (che certamente avra' fatto comodo innanzi tutto a persone non proprio integerrime, e che comunque non e' il motto soltanto del Mastella di turno), proprio per questo sciagurato principio di incivilta', ancor piu' della incertezza della pena, si e' spezzata l'ultima possibilita' di questo paese di reagire e raddrizzarsi. Si e' spezzata la spina dorsale di questo paese.

Propongo allora l'introduzione del concetto di "moralita' relativa": "Se io ho rubato 1000 e tu hai rubato 1000000, io posso richiamarti al principio che non si ruba" (e punirti/farti punire). Cosi' poi ci sara' uno che ha rubato 10, che fara' il c..o a me, e via via fino ad una pulizia progressiva di tutta sta monnezza. Se no qui, ragazzi, non se ne esce piu'.

Una semplice matita

Sono sempre stato attratto dalle matite, semplici povere ma eleganti e quasi algide in un'era di biro in plastica e tastiere di pc. Ho finito per raccoglierne qualche decina, nel corso degli anni, ma non capivo bene perche'.

Poi stasera ho trovato questo:

clipped from itomizer.com
L’invenzione della matita e della sua industrializzazione è argomento molto ricco ed interessante, come curioso è tutto il movimento di collezionisti che gira intorno a questo importante, quanto semplice, oggetto di tutti i giorni.
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martedì 22 gennaio 2008

Un marketing plan, un guru globale, e un cervello fino locale

Mi stavo apprestando a compilare un ambizioso Marketing Plan, in risposta e per conto di un imprenditore veneto abituato ad affrontare il mercato con "il naso" e con un pragmaticissimo "senso del business" (quello che in lingua locale si chiama "l'odore dei schei"), che mi aveva chiesto "ma per il marketing cosa dobbiamo fare?" (dall'originale "ma sèrveo?").

Mentre i concetti mi frullavano in testa frizzanti, ma erano piuttosto riottosi all'idea di essere bellamente ordinati in un documentone programmatico, ricordando il destinatario, mi e' capitato sotto mano questo articolo di AdAge, "Marketers: Experiment Like Google", sull'intervento di Andy Berndt, recentemente passato alla testa del Google Creative Lab, al Argyle Executive CMO Leadership Forum, New York.

Sono sempre ammirato ogni volta che scopro come la tanto sbeffeggiata classe dei piccoli e medi imprenditori italiani, a cui si rinfaccia troppo superficialmente di non avere visione e capacita' manageriali, dimostra di avere ben saldi da tempo concetti che i guru americani ripetono oggi tra lo stupore e l'ammirazione globali.

"Cosi' come Google e' un gigantesco laboratorio, senza una vera struttura di corporate, tant'e' che [...] sometimes the thinking happens after the doing", dice Berndt, cosi' anche i marketers dovrebbero sperimentare continuamente: "Marketers who are doing best are trying, they're beta [testing] all over the place, they see what works and they build on that".

Berndt infatti intende unire i tecnici e i creativi, anche esterni a Google, in un unico processo di innovazione collettivo, contagiando con la stessa "influenza" lo sviluppatore, il comunicatore e il consumatore, cosi' da rispondere al quesito fondamentale as the context changes, as Google changes, how do you keep an emotional connection to people?

Non e' forse questa la "musica" che quell'imprenditore veneto, e con lui molti altri, aveva accennato e che vuole che io gliela sviluppi ? Poca pianificazione, poca teoria, poca fiducia su numeri e statistiche, e invece molto fianco a fianco col "mercato", molta velocita' nel provare e nel cambiare.

Se moltissime PMI non hanno il responsabile marketing non vuol dire che non fanno marketing, ma che, come marketer, "sperimentano come google", gia' da un bel po'. Soprattutto quegli imprenditori (che si fanno chiamare Robertino, Giannino, ...) per i quali il "mercato" e i clienti sono persone con cui avere una relazione stretta ed emotiva (leggi: "va ben, dei, ma deso te fermito, che ndemo a magnar qua dai gobeti ?").

lunedì 21 gennaio 2008

Tutti possono essere geni in un contesto piccolo abbastanza

Si discuteva di "genio", su Anobii-Brain2Brain, e qualcuno ha apprezzato questa mia sintesi, che riporto anche qui:

La genialita' e' una proiezione collettiva, collocata quindi geograficamente e temporalmente, e determinata da chi la osserva in ragione delle sue capacita' conoscenze e abitudini (compresa l'adesione al determinismo piuttosto che al misticismo).

Il passaggio da "colpo di genio" a "genialita' riconosciuta ad un lavoro/pensiero di anni e quindi alla persona", dipende dal perdurare della sensazione di eccezionalita' nella percezione di chi osserva nuovi fenomeni della stessa persona, e dalla diffusione di questa percezione in una comunita' che cresce da piccolo gruppo di persone fino alla popolazione intera.

Quindi tutti possiamo essere "geni" per un attimo, in un piccolo gruppo di amici, e pochissimi possono essere "geni" in tutto, per tutti, per sempre. Anzi, nessuno.

venerdì 18 gennaio 2008

KIBS: un esempio italiano e' OPEN-KIS in Piemonte

OPEN-Innovation e' un progetto congiunto della Universita' di Torino, Politecnico di Torino e CSP, che e' focalizzato nel trasferimento tecnologico, nella sperimentazione di nuovi modelli di business e nel networking tra Centri di Competenza dell’Università e Politecnico e le PMI piemontesi di area Obiettivo 2.

Come dal nome, OPEN-KIS svolge attività tipicamente knowledge-intensive di servizio, per aiutare le aziende ad affrontare problemi per la cui soluzione sono necessarie competenze esterne alle aziende stesse.

OPEN-Innovation puo' contare sulle competenze necessarie per sviluppare esperienze innovative nel settore dei sistemi per la gestione e il trasferimento della conoscenza specialistica legate alla componente di prodotto: manualistica intelligente, sistemi evoluti di supporto, assistenza e manutenzione, formazione specialistica del capitale umano a distanza rappresentano dimensioni in cui può trovare collocazione un’offerta di nuovi servizi.

Questi nuovi servizi sfruttano poi la multimedialità, l'adattabilità dei contenuti e del percorso formativo ai tempi e alle esigenze e l’interattività, cioe' quegli elementi chiave ai quali l’open source può offrire strumenti personalizzabili e accessibili anche per le piccole e medie imprese.

OPEN-KIS si sviluppa, in sostanza, come una suite di servizi caratterizzata da tre componenti: Asset Tracker, Open Documentation System e SCORM Course Builder. Questi tre componenti si integrano in un unico framework di servizi tipicamente web2.0, cioe' tale da mettere a disposizione degli utenti social tagging, bookmarking, annotazioni condivise, RSS, knowledge aggregator, live search.

In particolare:
  • Asset Tracker è un ambiente collaborativo destinato alle imprese che offre diversi strumenti per la catalogazione, la georeferenziazione e la cronoreferenziazione degli asset aziendali.

  • Open Documentation System è un sistema per la realizzazione di "manualistica intelligente"

  • SCORM Course Builder è un ambiente di formazione online del personale che promuove l'arricchimento dell'esperienza formativa tramite la condivisione della conoscenza.

OPEN-KIS e' stato presentato il 15 Gennaio a Torino, in occasione del primo di un ciclo di seminari sui servizi ad alta intensità di conoscenza, organizzati in collaborazione con l'Unione Industriali di Torino.

Il calendario dei prossimi incontri:
- 29 gennaio 2008 - Open Automation, Politecnico di Torino - Centro per la Meccatronica (CMP)
- 12 febbraio 2008 - Open ERP, Politecnico di Torino - Centro di Competenza per l'open source e il software libero (COS)

Saranno poi previste visite aziendali per permettere alle PMI piemontesi localizzate in area Ob.2, di incontrare i Centri di Competenza, e approfondire gli ambiti applicativi del Progetto OPEN-Innovation.

mercoledì 16 gennaio 2008

Il Nord Est e la corsa dell'oro

Qualcuno ha celebrato il Far West e la corsa all'oro, altri si accontentano del Far East nostrano e la corsa dell'oro.

clipped from www.ilsole24ore.com
Continua la corsa dell'oro: il metallo prezioso, spinto dalla caccia ai beni rifugio di fronte al rialzo dei prezzi energetici e al dollaro debole, ha segnato giovedì 3 gennaio un nuovo massimo di 28 anni. I futures sull'oro con consegna a febbraio viaggiano a 861,80 dollari l'oncia sul Comex di New York, dopo aver toccato 871,20 dollari, massimo dal 21 gennaio 1980. Nuovo massimo anche per il platino, a 1.544 dollari. Sono in forte rialzo argento (15,28) e palladio (373), che viaggiano sui massimi degli ultimi due mesi.
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Qui nel Nord Est italiano, dove c'e' uno dei piu' grossi distretti dell'oreficeria al mondo (e una delle piu' importanti fiere del settore, in questi giorni aperta a Vicenza) stiamo seguendo con attenzione la corsa dell'oro e il suo doppio effetto.

Infatti, i grandi, che comprano l'oro per tempo, lo lavorano e poi vendono, ridono, mentre i piccoli, che prima vendono, poi comprano l'oro e lo lavorano, piangono. (Nessuno si dice comunque pienamente soddisfatto, naturalmente).

In realta' lo stesso effetto lo abbiamo con molte altre materie prime, ad incominciare dal petrolio. Questo e' un ulteriore esempio di come la globalizzazione tende a premiare i grandi, o chi si aggrega, e a soffocare i piccoli. Cosa che non sembra scatenare una specifica risposta nella comunita' degli imprenditori veneti.

Detto questo, se si leggono i giornali (specie quelli locali) sulla vitalita' del settore, non ci sono dubbi, sembra che siamo di fronte ad un'impennata trionfante di risonanza mondiale, mentre se si frequentano i saloni della fiera e si parla con gli imprenditori, si capisce che l'anno inizia come e' finito quello precedente, cioe' magro magro (come deve essere con l'oro quasi a 900 dollari l'oncia, cioe' quasi a 20000 euro il kilo).

Questo e' quindi un ottimo esempio di informazione e comunicazione decisamente 1.0, inesatta ingannevole e interessata, in cui il destinatario non e' visto come un potenziale consumatore soddisfatto, ma un emerito pollo da spennare.

martedì 15 gennaio 2008

eCommerce in Belgio: 700 MEuro (+70%) nel 2007

... talvolta (e da qualche parte) le promesse vengono mantenute ...

Belgium E-Business Expo, the first Belgian salon dedicated to online commerce, will take place this coming 19 and 20 of March at the Tour et Taxis site in Brussels. The exhibition, which seeks to draw large companies along with retailers and small and medium enterprises, is an initiative of the Netherlands association OGZ (Organisatie Groep Zuid), which organised a similar event in Utrecht last year.

In 2007, e-commerce generated a total of between 650 and 700 million euros in sales in Belgium, a hefty increase of 70% over the previous year’s figure.

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New Marketing: non una nuova soluzione, ma una nuova opportunita'


Estraggo da questa succosa intervista a Seth Godin, su FT, in occasione dell'uscita del suo ultimo libro "Meatball Sundae - Is Your Marketing Out of Sync?", alcune ficcanti osservazioni, in tipico stile godiniano (che io adoro!):
clipped from www.ft.com
[...] So, the opportunity is NOT in creating ways to rationalise using these tools to promote your existing gig. It’s in creating products and services and organisations that people WANT to read about on your blog or hear about via Twitter.
[...] It means rethinking what you do, how long you want people to stay, how you lay out the shop... it means not slapping new marketing on top of your existing business, but instead inventing a new kind of business that thrives on the new marketing.
[...] My point is that the new marketing doesn’t work so well for meatball products. That I’m in no hurry to visit the website for a furniture store or to stop by the blog of an accountant. Which is fine. Just don’t count on the new marketing to fuel your growth. Don’t count on MySpace leading to huge market share gains for your fuel oil company.
[...] So, yes, I do mean, “after advertising.” The idea of advertising was powerful and simple. From 1940 to 1990, the equation was: Whoever spends the most on ads, wins. Simple. It gave us Coke and Pepsi and Ford. Now, that formula clearly doesn’t work.
So, will there still be ads? Sure. Ads are great at maintaining prebuilt brands. Ads are great at reminding people. But they’re being replaced by targeted, permission-based media, by interactivity, by viral noise.

In sostanza, dice Seth Godin, il nuovo marketing introduce una nuova opportunita', emergente e probabilmente vincente (ma non per questo immediatamente e totalmente "sostitutiva"). Si tratta di orientare l'azienda al consumatore, e non il consumatore all'azienda. Non di offrire cio' che l'azienda vuole e persuadere il consumatore a domandarlo. Nemmeno di offrire semplicemente cio' che il consumatore domanda. Ma soprattutto di offrire cio' che e' possibile effettivamente proporre al consumatore, considerando quali strumenti di informazione e comunicazione sono oggi a disposizione .

Il maggior controllo da parte del cliente sugli strumenti di informazione e comunicazione impedisce alle aziende di influenzare cosa il cliente desidera e necessita, come spesso e' stato finora: alle aziende (che non hanno gia' costruito un brand forte, unico baluardo rimasto loro per avere ancora il coltello dalla parte del manico) non rimane che orientarsi su cio' che il cliente rivela di desiderare e necessitare quando "conversa" pubblicamente, e prender parte a quella conversazione con argomenti pertinenti. Non pensare di offrire un gustosissimo gelato se parti dal solito polpettone.

Questo ha detto poi a proposito dell' "e-commerce":

clipped from www.ft.com
[...] Taking it a step further, we see that price isn’t the key factor. Price matters when everything is a commodity, when there’s no difference but the cost. Most of the time, growth happens in industries where price is secondary to experience. So, Starbucks or Apple or some other overhyped brand can thrive because people talk about them, not because they’re cheaper. As a result, the “normal” shops that insist on being in the commodity business are going to get creamed by the supermarche and the big box store and mostly by the internet. If it’s NORMAL, then why on earth should I pay extra in time or money?

Infine ha puntualizzato anche qualcosa sulla "privacy" :

clipped from www.ft.com
[...] Privacy is a red herring. What people don’t want is to be surprised. They don’t want information used in a way that they don’t expect. And most of all, they don’t want to give you something and get nothing.

lunedì 14 gennaio 2008

e Gianluca twitto': "What is marketing/communication/PR doing (in 2008)?"...

Tutto e' partito da Gianluca Diegoli ([m]m), che qualche giorno fa ha lanciato il twit-meme "What is marketing/communication/PR doing (in 2008)?" a cui si deve rispondere in massimo 140 caratteri.

A dire il vero non ha risposto la twittosfera ma la blogosfera, perche' tutti (e io pure), maliziosamente, hanno rispettato il limite di 140 caratteri, ma inserendo la risposta in un bel post farcito di premesse, alternative, interpretazioni e rimandi...

Ci hanno cosi' provato, tra gli altri, PierLuca Santoro (marketingblog, marketingagora'), Matteo Balzani (IMlog), Maurizio Goetz (Marketing Usabile), Enrico Bianchessi (pr-blues), MrWhite e Mizio Ratti (Enfants Terribles), Marco Massarotto (internetpr), Elisondo (legattediviaplinio), Markettara (disruption), Luca de Fino (fluido) e Giuseppe Mazza (.commeurope) che forse e' stato non meno responsabile di questa cosa.

Ai quali mi aggiungo doverosamente (in inglese come la domanda, e perche' cosi' suona sempre un po' piu' autorevole...):

"Less market more people, less communication more conversation, less go-to more share-with: merge the company in the social stream"

Passo la parola, intanto, a Roldano de Persio, Giacomo Melani, Andrea Boaretto, Simone Lovati. Mi raccomando, ricordarsi il tag "".

domenica 13 gennaio 2008

Il piu' grande formicaio del mondo

Riprendo da Estremo Occidente, il blog di Federico Rampini, questo grafico sull'andamento della popolazione mondiale, per continente, negli ultimi 500 anni. Fa un certo effetto...



[Edit 18/5/08] Se aumenta la nostra popolazione in questo modo, qualcuno inevitabilmente ne paga le conseguenze. Infatti.

venerdì 11 gennaio 2008

Twitter politici

Qualche politico italiano e' timidamente sbarcato su Twitter, sulla scia degli americani, immagino: soprattutto Veltroni.

Sto seguendo quelli che ho trovato, eventualmente segnalatemene altri:
Walter Veltroni
La Nuova Stagione (sempre veltroni)
Romano Prodi
Rosy Bindi

e poi
Barack Obama
Hillary Clinton
Bill Clinton
Angela Merkel
Gordon Brown
Tony Blair
David Cameron

Naturalmente c'e' sempre il rischio di cadere in qualche caso di "identita' violata" (tipo SilvioBerlusconi, HillaryClinton, GordonBrown, Zapatero, Sarkosy...).

Alcune considerazioni, per lo piu' evidenti:
- Veltroni il piu' attivo (338 followers, 295 updates) + LaNuovaStagione (199 followers e 162 updates)
- Romano Prodi non twitta da due mesi, e l'ultimo twit e' stato (ed e' ancora li' in evidenza) "sono stanco.", pero' prima aveva twittato 125 volte
- Rosy Bindi ha i suoi twit sotto chiave e deve ancora accettare la mia richiesta di seguirla, pero' ha 70 updates per 2 follower (mah!)
- nessuno della destra italiana (mandatemi segnalazioni)
- Barack Obama, moltissimi follower (>6700), quasi altrettanti following (anche io!, evidentemente in automatico), ma pochi updates (57), e per lo piu' rimandi al sito ufficiale
- Bill Clinton, candidato a 1st Husband, non si e' impegnato molto (69 updates) ma sempre piu' di Obama, ma con 'appena' 2195 follower
- Hillary Clinton: 1 update 10 mesi fa, e non dico altro
- Angela Merkel ha twittato 89 volte e ha 206 follower, molto bene, ma soprattutto e' l'unica che usa twitter anche per rispondere ad altri twit (se ho capito bene, visto che il tedesco non lo mastico)
- Gordon Brown ha twittato ben 523 volte per soli 33 follower,
- Tony Blair aveva twittato 240 volte per 30 follower (poi ha chiuso 6 mesi fa)
- David Cameron si e' invece attestato a 97 update per 48 follower

Lascio a voi le conclusioni, se se ne possono trarre. La partecipazione e' ancora scarsa, ... anche perche' non ci sono campagne elettorali in corso. A me sembra un buon modo per avere un'idea della "persona", prima che del "politico", ancor piu' del blog (in cui era possibile scivolare nel linguaggio da comunicato stampa). Inoltre la sintesi, velocita' e quotidianita' li puo' rendere ancora molto piu' "alla pari" con la gente comune che vive la vita di tutti i giorni. E ci vuole ancora piu' coraggio!

Avevano gia' fatto qualche commento NovaMob (su quelli italiani, 30/11/07), Blogosfere (su quelli stranieri, 18/5/07), e Antonio Sofi (all'alba dei primi twit politici americani, 7/3/07).

giovedì 10 gennaio 2008

twitter brainstorming session: 10% medium, 90% message

clipped from www.loiclemeur.com


I used twitter this morning to prepare my session at the Open Forum in Davos. I did not use Seesmic because I just had 10 minutes before the call, but will also do a brainstorming there. This session will be streamed live on the Internet and I will try at least to have a chat room or a gtalk+twitter to take reactions and questions from the Internet...

 blog it


A proposito di chi insiste perche' su internet siano pubblicati contenuti di maggiore qualita', io rispondo che e' fatica sprecata insistere su quello. La qualita' dei contenuti e' data dalla combinazione "mezzo+comunicatore", come si puo' vedere dall'utilizzo che Loic LeMeur o GianLuca Diegoli s'inventano di Twitter.

Dunque non piu' "contenuti di qualita'" ma piu' "comunicatori di qualita'". D'altra parte internet c'e' (e progredisce sempre piu'), inoltre e' aperto e gratuito, quindi non e' necessario invocare una sorta di grande-fratelliano nuovo "piano editoriale" o "programmazione del palinsesto" di internet. E' necessario invece che comunicatori potenzialmente interessati e interessanti, ma ancora fuori da internet, si rendano conto delle possibilita' gia' offerte, e le riconoscano come consone alla loro attivita' quotidiana. Quanti tra coloro che sanno di internet, conoscono infatti i mille diversi modi di comunicare che oggi si basano generalmente su internet, e, per esempio, Twitter e le decine di applicazioni che si basano su quello strumento ?

Allora forse cio' che manca e' un maggiore "passaparola" a proposito di internet, e fuori da internet. Un passaparola che porta chi e' fuori, dentro, e chi e' appena dentro (sito), piu' dentro (blog e social network, twitter, ...). Finche' ognuno trova il mezzo piu' adatto ai propri contenuti, e attraverso quel mezzo scopre di avere contenuti che diventano messaggio e conversazione. Quindi, i comunicatori prima, i contenuti poi, la conversazione come risultato.

martedì 8 gennaio 2008

Medinge's Brands with a Conscience List


Medinge Group, think tank internazionale su branding e business, ha annunciato gli assegnatari del 2008 Brands with a Conscience Award, 5a edizione, a Stoccolma. Gli 8 assegnatari, secondo il comitato di selezione, dimostrano che e' possibile per un brand avere successo puntando al miglioramento della societa' con azioni orientate alla sostenibilita', alla responsabilita' sociale e ad un nuovo umanesimo.

In particolare i candidati al Brands with a Conscience Award sono selezionati in base all'evidenza delle implicazioni del brand su aspetti umani, e al rischio con cui tale orientamento e' stato adottato. Elementi di valutazione sono quindi reputazione, trasparenza, storia, esperienze dirette, contatti con le persone in azienda, e sostenibilita'.

Nella presentazione, Stanley Moss, CEO del Medinge Group, ha richiamato l'attenzione sul "crescente interesse in una condotta etica, nella responsabilita' sociale e in risultati etici, confermando che brands are for people". Ha continuato Thomas Gad, Chairman del Medinge Group, "Esistono gia' tecnologie e prodotti alternativi con minore impatto ambientale, sul clima e sulla vita delle persone. Pero' questi prodotti "verdi" devono diventare attrattivi nella testa delle persone, nonostante che a volte siano piu' costosi e non alla moda. In questo si concentra l'impegno del Brands With a Conscience Award ".

Gli assegnatari di quest'anno, come da 4 anni, sono aziende, organizzazioni e persone che non hanno ancora avuto il degno riconoscimento e attenzione dai media per il lavoro fin qui svolto in questa direzione. Come il premio "postumo" a Dame Anita Roddick per la lotta alle ingiustizie di tutta una vita, e alla Scuola Star, a rappresentanza del settore no-profit, che ha permesso di dare un'educazione a 40000 bambini zulu, in particolare sui temi dell'AIDS.

Gli assegnatari non hanno un ruolo marginale, piu' leggendario che reale: incidono anzi sulle regole del mercato e possono cambiare il mondo. Aprono ad un nuovo concetto di brand, e rappresentano quindi un nuovo schema di pensiero generazionale, in cui cambia la prospettiva dal breve al lungo periodo, riportando l'umanita' in primo piano, secondo le parole di Patrick Harris, direttore del Medinge Group. In questo passaggio i brand smettono di essere branding-as-persuasion-to-buy per diventare branding-as-how-we-improve-the-world.

Gli assegnatari sono:
  • Aveda, body and hair care, che si e' allineata dal 1989 ai Principi di Valdez (poi chiamati Principi CERES).

  • Chocolonely, produttore di cioccolata che non si serve di lavoranti africani in schiavitu'

  • Hennes & Mauritz, abbigliamento sportivo e di moda, che ha saputo mantenere i suoi 60000 dipendenti e il processo produttivo allineato ai principi di responsabilita' sociale pur in un settore molto competitivo e con una continua corsa al contenimento dei costi

  • Happy Computers, focalizzata nella formazione in area IT per il settore no-profit, e gia' premiata numerose volte in UK

  • International Watch Company, che passando da 196 dipendenti nel 1869 ai 390 del 2006, ha saputo conservare un'attenzione alla qualita' del prodotto instaurando un rapporto stabile e costruttivo coi propri artigiani (sono previsti 3-4 anni di apprendistato), e ha tagliato le emissioni di carbonio del 50%, risultando certificata "climate-neutral", e ha anche dedicato risorse al Laureus Sport for Good Foundation, un'organizzazione globale che utilizza la forza del messaggio sportivo a sostegno di cambiamenti sociali nel mondo.

  • Pret a Manger, produttore di alimenti, che non utilizza ingredienti geneticamente modificati, e che destina parte della produzione a senza-tetto, e offre il caffe' gratuitamente in ogni proprio negozio a dimostrazione della considerazione per il cliente. Ha contribuito ad altre numerose iniziative di solidarieta' e ha creato un invidiabile ambiente di lavoro per i propri dipendenti. L'attenzione al profitto e' modesta, e nel loro sito dichiarano di puntare ad un 9% di profitto, senza pero' averlo ancora raggiunto.

  • Dame Anita Roddickr per il suo impegno nel Fair Trade, oltre che imprenditrice per necessita' e poi creatrice di un piccolo impero nel body care (TheBodyShop), a favore dell'ambiente, della responsabilita' sociale e della liberta' di opinione, tutti documentati nel sito aziendale. Anita Roddick ha creduto nell'incarnazione personale del proprio brand, e ben pochi detrattori l'hanno colpita, nonostante il suo successo.

  • Star School, che, grazie al finanziamento dell'imprenditore svedese Dan Olofsson, ha permesso a molti bambini sudafricani di essere piu' informati sui pericoli dell'AIDS e comunque piu' capaci di prendere decisioni sul proprio futuro. Il progetto, partito nel 2005, e' ora allargato ad altre regioni africane.

Il Medinge Group e' stato fondato nel 2002, e ha subito pubblicato un Brand Manifesto di 8 punti sui brands che possono essere di sostegno per un futuro di maggior benessere, e altri saggi intitolati "Beyond Branding" su modelli di business e sociali alternativi. Dal 2004 il gruppo organizza l'annuale Brands with a Conscience Award, che nel 2006 comprende anche un premio speciale ad una ONG, in memoria del collega Colin Morley. Nel 2007 ha anche lanciato The Journal of the Medinge Group, un'antologia digitale online di articoli dei membri del Medinge.

venerdì 4 gennaio 2008

Internet e la TV: la comunicazione e i comunicatori

Luca De Biase riprende in questo post la ricerca del Politecnico di Milano e Nielsen secondo la quale internet ha superato la tv nell'interesse degli italiani. Cosi' ho commentato.

Sono piuttosto freddo rispetto a questa notizia.

Primo perche' conferma una tendenza (la crescita progressiva di accessi e di interesse per internet) che e' in atto da anni, e il cui ritmo, continuamente sbandierato come eccezionale, sta certamente provocando una rivoluzione in molti settori, pero' con trasformazioni che richiedono diverse fasi quinquennali/decennali.

Secondo perche' il confronto diretto internet-televisione e' indice di grande superficialita'. In internet l'utente puo' fare n-mila cose in piu' che guardare semplicemente il programma in onda sui diversi canali. Bisognerebbe scorporare quella percentuale di accesso e di interesse verso internet che veramente e' contesa dalla televisione (di oggi).

Ad ogni modo se qualche numero dice che sorpasso c'e' stato (ma sappiamo bene che oggi basta prendere un numero poco intercorrelato all'intero contesto e si puo' far passare una catastrofe per un miracolo e viceversa), certamente e' un episodio che in questa societa' superficiale e clamoristica sara' preso in seria considerazione. Non solo, "il parlarne" potrebbe veramente portare effetti di grande portata, molto piu' che "il fatto" in se'.

Questo dato e' importante, in realta', per due categorie di persone soprattutto: chi guarda la cosa dal punto di vista economico (e degli investimenti pubblicitari soprattutto), e chi cerca di prevedere le conseguenze di un internet sempre piu' condizionato dalle logiche economiche (e della pubblicita' appunto).

Volendo cogliere l'occasione per una riflessione costruttiva per il futuro, sono solo parzialmente d'accordo di richiamare l'attenzione sui "contenuti", come se fossero altro che il "mezzo" (McLuhan si rivolterebbe nella tomba).

Certamente un nuovo "mezzo" introduce una nuova comunicazione/informazione, ma se il reale bisogno di comunicazione/informazione e' povero, effimero, superficiale, disorientato, il nuovo "mezzo" non generera' d'incanto maggiore ricchezza, profondita' e costruttivita' nella comunicazione/informazione.

Siamo in una fase di sgomento generalizzato di fronte ai cambiamenti cosi' repentini di questo periodo storico, e ben poco ci sembra solidamente utile e chiaramente indirizzato verso la risoluzione dei nostri guai. Prevale il desiderio di rompere catene che sembrano ostacolarci o che sembrano inutili, da un lato, e la disperata voglia di congelare un passato a cui eravamo abituati e conservarlo prima che sia spazzato via definitivamente, dall'altro.

Internet portera' semplicemente piu' velocita' e piu' efficacia sia nella ricerca del nuovo alternativo, che nella difesa del vecchio tradizionale. Portera' piu' voce a noi stessi. Portera' piu' accelerazione al cambiamento che stiamo vivendo/volendo/subendo. Non sara' internet che determinera' dove stiamo andando: quello rimane a carico nostro. Se noi non lo sappiamo, internet non risolvera' il problema per noi, e nemmeno sara' imputabile come causa. E se noi non lo sappiamo, la qualita' in internet non sara' migliore di quella in TV, con la sola differenza che internet non sara' mai "massificatore" come la TV.

Se il richiamo sui "contenuti" deve essere letto come un riportare l'attenzione su una maggiore autoconsapevolezza (a scapito della prevalente resa alla tecnologia), un riportare il fine (e l'uomo come fine ultimo) davanti ai mezzi, allora sono d'accordo. E sono anche un po' spevantato per la difficolta' del compito che ci sta aspettando. Fortuna che i nuovi "mezzi" renderanno la cosa "tecnicamente" piu' facile.

giovedì 3 gennaio 2008

is your friend aware to be promoter in some p2p adv ? and you ?

Logged in Facebook this morning, I was browsing the homepage with the usual zero-attention to the many stupid boxes in the side columns, including the adv box on the right. So, ooh!, my eyes were captured by the portrait of Eugenio, a friend of mine, displayed in the wrong placed on the right.

Immediately I read the full content and discovered Eugenio was mentioned there, with his face, as supporter of a commercial web service. (See the yellow coloured box in the pic).


Is Eugenio aware to be promoter in that p2p adv ? How mutch payed ?
And me ? you ? Are all of us engaged as testimonial in any webservice in contract with Facebook, and we do not know ?

[Reloading the page, that adv is not displayed any more: subliminal effect or cancelled signs ?]