giovedì 8 maggio 2008

Democrazia e fascismo: impossibile confondere

Di seguito il mio commento al post "Chi sono i fascisti? L'India critica Alemanno ma finanzia la giunta in Birmania" di Enrica Garzilli alias Boh.

Uno stato democratico e uno stato fascista sono ben diversi e riconoscibili. Non mi interessa riportare qui le mie idee al riguardo. La storia offre molti fatti a supporto di questa affermazione. Infatti si sono dovuti registrare orrori causati da 'tutti' i regimi fascisti e comunisti, ma non mi risultano 'regimi' democratici che abbiano vessato la popolazione privandola di liberta' , riducendola in miseria, abbruttendo i singoli individui, non episodicamente tanto meno sistematicamente, nemmeno eccezionalmente. Se dimentico qualche esempio, segnalatemeli.

Detto questo, mi sembra evidente che nessuno e' perfetto, e nessuno e' il male assoluto. Ma non per questo i sistemi politici e sociali che stanno tra questi due estremi (cioe' tutti) si equivalgono, o si possono confondere.

Per quanto riguarda Alemanno, essendo stato regolarmente eletto secondo le regole democratiche, e avendo preso le distanze dal fascismo (lui e in generale AN), che governi e che sia giudicato quindi per come avra' governato.

Con buona pace di chi solleva polveroni per confondere le cose, di chi saluta l'avvento di Alemanno come il ritorno del fascismo, e sotto sotto non sarebbe dispiaciuto se ci fosse una deriva fascista. Esattamente come ieri altri speravano in una deriva comunista.

Non dimentichiamo che ne' l'estrame destra ne' l'estrema sinistra sono piu' rappresentate in parlamento. Credo sia un male minore accondiscendere ad una certa contiguita' (oggi con l'estrema destra e ieri con l'estrema sinistra) piuttosto che certe istanze, benche' poco condivisibili, si manifestino in modo imprevedibile, fuori dai confini di una civile convivenza.

E se questo significa che in qualche 'pezzo di colore', sui giornali di mezzo mondo, ci dipinge a rischio ora di fascismo ora di comunismo, ci rido sopra, e penso che in fondo nessuno puo' scagliare questa pietra per primo. E penso che la nostra democrazia e' abbastanza robusta proprio per questo.

mercoledì 7 maggio 2008

Umanizzare

Gianluca mi ha incuriosito col suo Return on Insanity:


clipped from www.minimarketing.it

Invece, dall'altra parte si è deciso di lanciare la propria molecola di follia nell'inestricabile entropia della relazione, inviando via scooter una singola pizza a 2.5 km di distanza con lattina inclusa al prezzo totale di 3 euro e mezzo, applicando alla lettera la teoria del Return On Insanity: un qualsiasi atto insensatamente a vantaggio del cliente, in comoda dose giornaliera, provoca, nel 33% dei casi, un ritorno tale (in termini di diffusione spontanea viste le odierne possibilità di contagio) da compensare con un ROI del 200% l'altro 67% (una volta l'atto cade nel vuoto di un cliente distratto, l'altra volta la pizza arriva a un cliente che si lamenta pure del fatto che è quasi fredda, ecc.)

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Un cliente che ti chiede un prodotto/servizio eccezionale (probabilmente non per capriccio ma per qualche sua necessita') ti sta dando un'occasione unica: ti sta offrendo la possibilita' di diventare suo amico.

Di te si ricordera' non come di un semplice fornitore, non come di un venditore, ma come di chi l'ha aiutato a risolvere una sua necessita' (anche un suo capriccio) pur potendo dire di no.

Io vado dal fotocopiatore che mi fa entrare anche con la saracinesca abbassata alle 19:10. Vado dal negozio che mi da' la possibilita' di parcheggio. Vado dall'emporio dove il commesso mi fa un trattato tecnico su ogni minuscolo componente che acquisto... Loro sono li' a vendere, e' chiaro, ma io sento che mi considerano una persone con delle necessita' e cercano di venire incontro a queste, facendo cose che non sono strettamente necessarie. Io li sento piu' vicini. Li sento piu' solidali. Il rapporto e' piu' umano.

Non la chiamerei 'insanity', perche' nella logica del profitto un comportamento del genere sarebbe cosi' sbagliato da sembrare insano. C'e' uno shift piu' profondo in atto. In un'epoca come la nostra, la chiave (del marketing) e' 'umanizzare'.


lunedì 5 maggio 2008

Le tasse sono il mezzo, non il fine, e nemmeno il tema

Marshall McLuhanInnanzitutto una premessa. Da McLuhan in poi, l'importanza del mezzo sul messaggio dovrebbe essere un fatto acquisito. La stessa informazione su canali diversi trasferisce messaggi diversi. Si sbaglia quindi chi si stupisce che gli elenchi delle dichiarazioni dei redditi degli italiani su internet siano da considerare diversamente da quelli disponibili agli Uffici Comunali. [Edit 6/5 14:45] Questo solo per dire che ben venga l'innovazione, solo facciamolo bene.

Ma il punto non e' questo.

Carlo IIIIn Italia, forse per aver ereditato modelli burocratici ottocenteschi (e non essercene piu' liberati), i nostri politici sono da sempre bravissimi nel disporre norme che stabiliscono una cosa e insieme il suo contrario. Con il preciso intento di legittimare e consolidare il potere discrezionale dell'Organo Esecutivo.
La pubblicazione degli elenchi in internet ha scardinato questo meccanismo, e ha reso "chiaro e semplice" cio' che prima era consentito ma con vincoli discrezionali. Quindi ben venga.

Ma il punto non e' nemmeno questo.

Le vite degli altriVenedo al nocciolo del provvedimento, e' chiaro che e' stato emesso per favorire la lotta alla evasione fiscale. E sull'intenzione non c'e' nulla da dire, anzi da applaudire. Ma risponde ad una logica di competizione sociale (e anche un po' di delazione), e conferma un'idea di Stato "contro" i cittadini, e che anzi cerca di affermarsi mettendoli uno contro l'altro. Per questo il mio parere sul provvedimento e' totalmente negativo. [Edit 6/5 14:45] Io ho pagato fior fiore di tasse da dipendente, e fatturo regolarmente ora che sono libero professionista, ma mi da' fastidio essere annoverato tra gli 'amici' come se approvassi la nostra Pubblica Amministrazione che invece vorrei riformata profondamente, anzi rivoltata come un calzino.

A questo riguardo, non si puo' prescindere dal fatto che le tasse sono intese dai cittadini come un furto da parte dello Stato: chi le deve pagare odia farlo, e quindi odia chi puo' evadere. A causa di questo clima di conflitto cittadino-stato e soprattutto cittadino onesto per forza-cittadino evasore, il provvedimento della pubblicazione rischia di andare contro l'armonia nazionale (gia' a rischio per altri motivi). Per questo io dico che ad onorevoli intenzioni sono seguite discutibili azioni (e forse improvvide).

Per vincere l'evasione fiscale, occorre demotivare il senso generale di iniquita' che gli italiani hanno delle tasse. Questo si puo' (e si deve) ottenere rendendo piu' efficienti i servizi pubblici che lo Stato eroga ai cittadini (grazie alle tasse), ed eliminando sprechi e privilegi nella Pubblica Amministrazione, rendendo possibile l'alleggerimento della pressione fiscale e trasmettendo un modello di responsabilita' civile e di onesta' nel rapporto tra stato e cittadini.

Purtroppo quella ricetta non e' ne' nel programma del centrodestra, che vuole abbassare le tasse e contemporaneamente diminuire il sistema di servizi pubblici, a favore del privato, ne' del centrosinistra, che vuole far passare l'idea che le tasse sono una cosa bella, lasciando in secondo piano il miglioramento del servizio pubblico e la questione dell'efficienza.

Della serie, l'Italia che vorrei e chi dovrebbe portarla...

giovedì 1 maggio 2008

Knowledge Economy Ecosystem in Dubai

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Dubai Technology and Media Free Zone was created in the year 2000 as part of the UAE's efforts to transform itself into a knowledge economy. The zone was established as a tax-free commercial area with three main hubs: The Dubai Internet City for information and communications technology (ICT) companies, the Dubai Media City for media companies, and the Knowledge Village for knowledge-focused companies. Subsequently an Outsourcing Zone was added to the Technology and Media Free Zone to capitalize on the countries strategic position to establish outsourcing operations in the region.
Begun in 2000, the Dubai Internet City (DIC) provides a Knowledge Economy Ecosystem designed to support the business development of Information and Communications Technology (ICT) companies. It is the Middle East’s biggest ICT infrastructure, built inside a free trade zone.
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Dubai Internet City Benefits


The following benefits of business operations in the DIC are promoted by the UAE government.


Free Zone
• 100% Tax Free.
• 100% foreign ownership.
• No Customs duties.
• Full currency convertibility.
• No restrictions on the repatriation of capital and/or profits.
• No trade barriers or quotas.

One Stop Shop
• Simplified incorporation process.
• Hassle-free company laws and legal framework
• 24-hour visa service
• Quick access to Knowledge Workers due to fast-track immigration process.

Infrastructure
• World’s largest commercial implementer of IP telephony.
• Structured cabling supporting Gigabit applications.
• Scalable broadband internet access to desktop.
• Scalable and serviced office space, land lease options and competitive pricing.

ICT Cluster
• Every element of the ICT value chain.
• Channel Development opportunities.
• Networking opportunities.

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Dubai Knowledge Village (KV) is a vibrant, connected learning community that the UAE government has begun to develop with the stated objective of "developing the region’s talent pool and accelerating its move to the knowledge economy."

KV was set up to develop Dubai into a destination for education for both regional and international learners.
Dubai Knowledge Village provides the infrastructure for developing, sharing and applying knowledge. In addition, Dubai Knowledge Village has expanded to include the mega-campus Dubai Knowledge Universities, the first stage of which will be completed in 2006.
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