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lunedì 7 marzo 2011

Manualita' colta: tra formazione, gavetta e nuove professionalita'

Si parlava oggi di giovani e mercato del lavoro, e di come la congiuntura mondiale non permette piu' a questo paese di dare un lavoro manageriale a tutti coloro lo pretendono che per anni di anzianita', gavetta scontata in aziende fortemente gerarchiche, e titolo di studio. Le aziende hanno sempre piu' spesso un'organizzazione piatta e la figura di manager che questi giovani hanno conosciuto nei primi anni della loro carriera, non e' certamente quella che loro potranno interpretare quando sara' il loro turno. Se quella e' la loro idea, il loro turno potrebbe non arrivare mai. Ecco allora qualche passaggio in tema, dall'articolo di Giancarlo Coro' su FirstDraft, che suggerisce un nuovo equilibrio emergente tra cultura del fare e competenza intellettuale.
[...] Il lavoro manuale sta anch’esso cambiando, diventando più intelligente, creativo e anche tecnologico. Pensiamo appunto all’idraulico, che oltre a maneggiare tubi e impianti sanitari, può in realtà diventare lo snodo decisivo per la diffusione della green economy nelle nostre case. Infatti, se vogliamo che qualcuno ci aiuti a recuperare efficienza energetica o ad ottimizzare i consumi d’acqua, è all’idraulico che ci dobbiamo rivolgere. Un idraulico, però, intelligente e istruito. Perché non dovrebbe avere una laurea?

[...] Questa relazione fra manualità e intelligenza vale anche per i servizi alla persona, come quello delle badanti, il cui lavoro aumenterebbe di valore se integrato da conoscenze mediche, psicologiche e organizzative. Una società che invecchia non ha bisogno solo di chi rimbocca le lenzuola, ma anche di chi sa applicare nuove tecnologie per l’assistenza, far funzionare la domotica nell’appartamento e organizzare servizi dedicati. In definitiva, se il lavoro manuale continua a dominare la scena del mercato del lavoro, non lo fa a scapito di quello istruito. L’errore è semmai continuare a pensare manualità e istruzione come dimensioni alternative, ma questo non fa bene né all’una, ne all’altra. Avvicinare scuola e università con il mondo del lavoro è dunque necessario per superare il dualismo dei saperi. Stage, testimonianze in aula, visite in azienda, laboratori di laurea, dottorati collegati ad un progetto di innovazione, … sono tutti strumenti che possono aiutare questo incontro. Ma è anche necessario che nella scuola e nell’università si diffonda la cultura dell’imprenditorialità, che costituisce il collegamento più efficace fra nuove conoscenza e nuovi prodotti e servizi. Per superare la disoccupazione intellettuale abbiamo bisogno anche di questo.

A questo proposito, tempo fa avevo indicato come paradigma da prendere a riferimento, dove possibile, quello del chirurgo, che combina una competenza maturata in anni di studi e di esperienza sul campo, e che pero' non cessa mai di operare con le proprie mani, e quindi di spendere una buona parte della sua giornata lavorativa eseguendo azioni pratiche, sostanzialmente analoghe a quello che faceva negli anni di apprendistato.

[Leggi l'articolo "La badante e la domotica" di Giancarlo Coro', direttamente sul blog di FirstDraft]

lunedì 27 aprile 2009

Osservatorio Wine: dalla tradizione alla internazionalizzazione

APINDUSTRIA Verona con la collaborazione del Gruppo Mediarete, organizza
il "Convegno Osservatorio Wine" e una tavola rotonda con blogger, appassionati e cantine.

Obiettivo dell’evento è confrontare quanto emerge dalla ricerca “Osservatorio Wine: quale rapporto tra le cantine ed il web” con l’internazionalizzazione delle Pmi vitivinicole, analizzando strategie di comunicazione online tramite blog, social network e nuovi strumenti per il mobile.

Durante il convegno si parlerà di:
- Come accedere agli strumenti europei per lo sviluppo delle attività delle pmi
- Modelli strategici nelle dinamiche di internazionalizzazione delle PMI
- Strumenti di comunicazione online: dal sito vetrina ai social network
- Ufficio Stampa 1.0 vs Ufficio Stampa 2.0
- Come si parla di vino in rete?

Un’opportunità interessante per incontrare e confrontarsi sulle nuove dinamiche di comunicazione online.


Ore 14:00 registrazione

Coordina il convegno: Diana Venturato, Consigliere APINDUSTRIA Verona

Intervengono:
Patrizia Patti, Presidente API Donne
Federica Festi, CEO Gruppo Mediarete
on. Donata Gottardi, Europarlamentare
Roberta Capitello, Docente Università di Verona, Dipart. Scienze e Tecnica Vitivinicola

Seguira' una tavola rotonda sul tema "Essere cantine e PMI 2.0"

Ora: 8 Maggio 2009 da 14:00 a 18:00
Luogo: Verona, sede BPV, Sala dei 120
Via: Via S. Cosimo, 10
Città: Verona
Sito web o mappa: http://osservatoriowine.it/

Al termine del convegno è previsto un buffet con degustazione di vini che hanno aderito al panel di ricerca.

La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti.

Confermare l’adesione al convegno collegandosi a:
http://www.osservatoriowine.it/iscrizione

martedì 31 marzo 2009

Imparare l'arte torna ad essere importante

Ho commentato questo bellissimo post di Andrea Beggi, dal titolo "Artigiani":

clipped from www.andreabeggi.net

Questa settimana ho fatto cucire la sella del mio scooter che aveva bisogno di una riparazione. Grazie al passaparola ho trovato in pieno centro di Genova questo scantinato vecchissimo dove sono stato accolto da un anziano signore.

Tutto in lui trasudava esperienza: il suo laboratorio, che sembrava fermo a 40 anni fa, non fosse stato per la Panda parcheggiata all’interno, la sua cappa blu, il suo viso scavato dalle rughe, la tranquilla cadenza in antico genovese, il modo in cui le sue mani saggiavano il danno.

Quando sono tornato a riprendere il mezzo, la sella era ricucita alla perfezione, e per scrupolo è stato anche rifatta una parte che ne aveva bisogno e della quale non mi ero neppure accorto. Al momento del pagamento questo signore mi chiede “Quanto le avevo detto?”. “Non ne abbiamo parlato”, rispondo. Mi dice una cifra: avrei pagato tranquillamente il doppio senza fiatare. Me ne vado soddisfatto.

 blog it

Certamente “a quel tempo” c’era una concezione diversa del lavoro. Questo post bellissimo mi fa pensare che di queste cose si parla sempre piu’ spesso, come di una mancanza da colmare, di un ritrovare le arti e mestieri per i quali questo paese e’ diventato famoso nel mondo, di un nuovo rinascimento che sta montando.

Mi chiedo anche se questa diversa concezione del lavoro debba essere appannaggio dei soli artigiani. Il lavoro manuale, lento, di precisione, e’ veramente l’unico teatro in cui mettere in scena tanta sapienza e passione ? Perche’ non potrebbe essere lo stesso per un programmatore, un grafico, e perfino un venditore ? “code is poetry” vi dice qualcosa, immagino.

Dunque non e’ tanto nel vecchio mestiere, il punto, quanto in una concezione del lavoro che valorizza il professionista, la passione che trasfonde nel suo lavoro, nei livelli di qualita’, di eccellenza che raggiunge di conseguenza. Il colpevole e’ sicuramente il “consumismo”, che spinge alla produzione frettolosa e in grande scala, alla produzione di oggetti destinato a durare poco per poi essere sostituiti, ad un’innovazione cosi’ frenetica che non concede tempo per profonde specializzazioni.

Ma tutto questo sta lentamente cambiando. Nell'economia globalizzata non possiamo piu' competere con chi sa "semplicemente fare". E' finito il tempo in cui il "made in italy" aveva valore. Dobbiamo tornare a trasferire tutta la nostra "italica" cultura nel manufatto, nel prodotto, nel servizio. Ma soprattutto dobbiamo renderci conto, addirittura a livello europeo, e nel mondo occidentale, che se il nostro ruolo si sposta sempre piu' verso compiti da knowledge worker, verso un'economia dell'innovazione, verso un ripensamento in termini culturali e idealistici dei prodotti e dei servizi, non e' piu' con il modello del lavoro fordista che possiamo affrontarli. Qualunque siano le professioni che siamo chiamati a fare, non e' nel freddo "meccanicismo", e nella velocita' di esecuzione, che possiamo raggiungere la sperata e necessaria eccellenza.

E questa crisi e’ forse proprio il segno che il cambiamento e’ profondo e traumatico, tanto a lungo ci eravamo sprofondati in quelle dinamiche industriali e di mass market. Speriamo che sia un cambiamento benefico, alla lunga. Anche se oggi le arti non sono piu' le stesse, "imparare l'arte", ovvero puntare alla qualita' piu' alta, rimane anche oggi quanto mai importante. Dunque, Impara l'arte, e non metterla da parte!

[Update 31/3 13:00, dopo il commento di Giorgio]
Oggi sono richiesti altri ritmi ? quindi altri livelli di "completamento" (l'eterna beta release) ? conta piu' aprire opportunita' che non risolvere problemi ? benissimo! ... ma perche' ? questa velocita', questa imperfezione, questa liquidita' NON sono il fine, ma il mezzo. Sono tecniche che compongono una nuova professionalita'. Sarebbe un grande errore (e purtroppo e' molto frequente) ritenere queste caratteristiche "sufficienti" a definire un nuovo livello di qualita'. Non e' il procedere a vanvera, non e' il culto dell'errore e dell'inutile, cio' che conta oggi: invece e' il saper esplorare, il riconoscere nuove logiche e nuovi percorsi, nuove applicazioni.

Allora, la questione e' che ci sono (nuove) arti da imparare, e nuove tecniche di cui diventare "maestri". Ma oggi non e' diverso da ieri: mettici profonda competenza e sincera passione. Esattamente come l'artigiano di ieri. Si tratta di nuovo di recuperare il "senso" di cio' che si sta facendo, e della sua interpretazione, che esperienza e soprattutto conoscenza rendono magistrali. Cio' che sta cambiando (e che l'artigiano ci puo' ricordare che un tempo apparteneva alla nostra cultura) non e' il singolo mestiere, ma l'importanza del professionista nell'esercizio della sua professione, il ritorno della centralita' della persona nell'ambito del lavoro che svolge, la capacita' del singolo di mettere cultura, capacita' di comprensione e interpretazione (e quindi secoli di storia) nel proprio lavoro, quindi la capacita' di "umanizzare" cio' che facciamo! Oggi siamo/dovremmo essere tutti professionisti, come ieri eravamo tutti artigiani: questo e' il punto che ci eravamo persi.