Come avete notato nelle ultime due settimane ho partecipato con grande disponbilita' al gioco di Twitter, e l'intenzione era quella di arrivare al TwitterCamp con 'cognizione di causa'. Il TwitterCamp mi ha poi convinto che questo approccio non e' stato inutile, e' stato quasi alieno.
'Cognizione di causa' e' proprio la prima cosa su cui voglio portare l'attenzione. Dopo aver sentito molto parlare 'pour parler', all'insegna del legittimo 'ognuno deve poter esprimere la propria opinione', mi sono chiesto quando e' stata persa definitivamente la 'cognizione di causa', cioe' quel buon livello di conoscenza ed esperienza delle cose che ci permette di comprendere il meccanismo logico per cui le stesse cose succedono, e quindi come eventualmente modificarlo migliorarlo e indirizzarlo secondo i nostri desideri e obiettivi. Non so dove e quando e' andata perduta, certamente un po' dappertutto e da molto tempo ormai.
Le 'un-conference' mi sembrano una inevitabile conseguenza di questo. Cos'e' una un-conference? Nella sostanza non dovrebbero essere diverse dalle conferenze ufficiali, quelle in cui alcune poche persone piu' qualificate riportano in sintesi la propria analisi e le ultime valutazioni indicative di una prospettiva nel futuro, e altre persone certamente interessate all'argomento pongono poche domande per approfondire un proprio interesse o sciogliere una propria incomprensione. Rispetto a quelle, pero', dovrebbero essere innanzitutto piu' informali, non dovrebbero impedire a chi 'tiene' la conferenza di essere esperto ma senza particolari riconoscimenti pubblici, e dovrebbero essere molto piu' aperte allo scambio di domande e risposte, fino al punto di cambiare focus in corso d'opera.
Ma cio' che dovrebbe essere per definizione non e'. Almeno non ieri al TwitterCamp. L'un-conference che ho visto la mattina e' stata tenuta da qualcuno che certamente aveva piu' esperienza della media dei presenti, ma che pero' non l'ha testimoniata; le valutazioni sono state ridotte ad alcune parole slogan, che come tali hanno generato reazioni di pancia nella platea, non di testa; le riflessioni sono state appena accennate e subito presentate alla platea come domande aperte sull'ignoto; la presentazione stessa era certamente informale, ma direi che ha proprio contravvenuto sistematicamente ad ogni elementare regola di comunicazione chiara efficace ed avvincente. Conseguenze sono state un generale disorientamente sui temi trattati, uno scarso dibattito in aula, una noia mortale.
Lungi dall'essere una critica alla persona che ha tenuto la un-conference, questa vuole essere una critica al concetto stesso di un-conference. Se devono essere un modo per portare sul palco persone che normalmente non avrebbero l'occasione per farlo, pur essendo invece interessante sentirle, ben vengano. Se devono essere occasioni per un dibattito animato pur avviato e indirizzato da una presentazione preliminare, invece che quei pedanti monologhi in cui generalmente si risolvono le conferenze tradizionali, ben vengano. Ma per carita', non si rinunci ad offrire l'occasione a chi ha veramente qualcosa da dire, e soprattutto un'esperienza da riportare; non si abbandoni una certa tecnica di comunicazione, perche' di questo alla fin fine si tratta; non si trascuri il fatto che il fuoco dei dibattiti va comunque acceso, avviato e in qualche modo anche controllato, affinche' non si traduca tutto in collezione di interventi totalmente disgiunti, in cui ciascuno segue un proprio filo di pensieri, e che prima tardano noiosamente a partire e poi finiscono per affollarsi nella confusione generale.
Contraltare delle un-conference (e ho fatto riferimento soprattutto a quella della tarda mattinata) sono state le 'interviste' per la web tv del TwitterCamp, che erano in streaming sul sito. Le persone coinvolte di volta in volta erano due o tre, e l'intervistatore non era generalmente una figura 'esterna'. La presenza della telecamera rappresentava un monito a dare il meglio di se' che il palco e il microfono dell'un-conference ormai non riescono piu' ad esercitare. Un buon intervistatore (la qualita' delle domande e' stata spesso superiore a quella delle risposte) e intervistati appassionati le hanno spesso trasformate in quell' 'angolo delle idee', visto che il TwitterCamp non e' stato complessivamente il luogo delle idee.
Unico neo dell'intervista e' l'assenza di un dibattito, la possibilita' di uscire anche inaspettatamente dalla pista tracciata. Ma tant'e' non mi pare che questo sia accaduto altrove, e nel minestrone generale di chiacchiere twit post e quant'altro, quelle mi sono sembrati gli unici momenti in cui qualcosa e' stato detto.
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domenica 20 aprile 2008
lunedì 17 marzo 2008
BlogBeer a Mestre in vista del TwitterBarCamp
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giovedì 13 marzo 2008
Italian Twitters Meeting e VenetoBarcamp 2008
Ed eccolo finalmente!
Il Barcamp Veneto 2008 si svolgerà nella giornata del 19 Aprile (di sabato). Il venerdì verrà preceduto e lanciato da una manifestazione "tradizionale" organizzata dal Parco Scientifico e dalla Regione. Il Veneto Expo 2008.
La seconda giornata sarà un Barcamp generalista, informale e senza regole che, grazie alla prenotazione di molti Twitter addicted, cercherà di sviluppare un momento di incontro e socializzazione fra i tanti twitteri italiani.
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venerdì 11 gennaio 2008
Twitter politici
Qualche politico italiano e' timidamente sbarcato su Twitter, sulla scia degli americani, immagino: soprattutto Veltroni.
Sto seguendo quelli che ho trovato, eventualmente segnalatemene altri:
Walter Veltroni
La Nuova Stagione (sempre veltroni)
Romano Prodi
Rosy Bindi
e poi
Barack Obama
Hillary Clinton
Bill Clinton
Angela Merkel
Gordon Brown
Tony Blair
David Cameron
Naturalmente c'e' sempre il rischio di cadere in qualche caso di "identita' violata" (tipo SilvioBerlusconi, HillaryClinton, GordonBrown, Zapatero, Sarkosy...).
Alcune considerazioni, per lo piu' evidenti:
- Veltroni il piu' attivo (338 followers, 295 updates) + LaNuovaStagione (199 followers e 162 updates)
- Romano Prodi non twitta da due mesi, e l'ultimo twit e' stato (ed e' ancora li' in evidenza) "sono stanco.", pero' prima aveva twittato 125 volte
- Rosy Bindi ha i suoi twit sotto chiave e deve ancora accettare la mia richiesta di seguirla, pero' ha 70 updates per 2 follower (mah!)
- nessuno della destra italiana (mandatemi segnalazioni)
- Barack Obama, moltissimi follower (>6700), quasi altrettanti following (anche io!, evidentemente in automatico), ma pochi updates (57), e per lo piu' rimandi al sito ufficiale
- Bill Clinton, candidato a 1st Husband, non si e' impegnato molto (69 updates) ma sempre piu' di Obama, ma con 'appena' 2195 follower
- Hillary Clinton: 1 update 10 mesi fa, e non dico altro
- Angela Merkel ha twittato 89 volte e ha 206 follower, molto bene, ma soprattutto e' l'unica che usa twitter anche per rispondere ad altri twit (se ho capito bene, visto che il tedesco non lo mastico)
- Gordon Brown ha twittato ben 523 volte per soli 33 follower,
- Tony Blair aveva twittato 240 volte per 30 follower (poi ha chiuso 6 mesi fa)
- David Cameron si e' invece attestato a 97 update per 48 follower
Lascio a voi le conclusioni, se se ne possono trarre. La partecipazione e' ancora scarsa, ... anche perche' non ci sono campagne elettorali in corso. A me sembra un buon modo per avere un'idea della "persona", prima che del "politico", ancor piu' del blog (in cui era possibile scivolare nel linguaggio da comunicato stampa). Inoltre la sintesi, velocita' e quotidianita' li puo' rendere ancora molto piu' "alla pari" con la gente comune che vive la vita di tutti i giorni. E ci vuole ancora piu' coraggio!
Avevano gia' fatto qualche commento NovaMob (su quelli italiani, 30/11/07), Blogosfere (su quelli stranieri, 18/5/07), e Antonio Sofi (all'alba dei primi twit politici americani, 7/3/07).
Sto seguendo quelli che ho trovato, eventualmente segnalatemene altri:
Walter Veltroni
La Nuova Stagione (sempre veltroni)
Romano Prodi
Rosy Bindi
e poi
Barack Obama
Hillary Clinton
Bill Clinton
Angela Merkel
Gordon Brown
Tony Blair
David Cameron
Naturalmente c'e' sempre il rischio di cadere in qualche caso di "identita' violata" (tipo SilvioBerlusconi, HillaryClinton, GordonBrown, Zapatero, Sarkosy...).
Alcune considerazioni, per lo piu' evidenti:
- Veltroni il piu' attivo (338 followers, 295 updates) + LaNuovaStagione (199 followers e 162 updates)
- Romano Prodi non twitta da due mesi, e l'ultimo twit e' stato (ed e' ancora li' in evidenza) "sono stanco.", pero' prima aveva twittato 125 volte
- Rosy Bindi ha i suoi twit sotto chiave e deve ancora accettare la mia richiesta di seguirla, pero' ha 70 updates per 2 follower (mah!)
- nessuno della destra italiana (mandatemi segnalazioni)
- Barack Obama, moltissimi follower (>6700), quasi altrettanti following (anche io!, evidentemente in automatico), ma pochi updates (57), e per lo piu' rimandi al sito ufficiale
- Bill Clinton, candidato a 1st Husband, non si e' impegnato molto (69 updates) ma sempre piu' di Obama, ma con 'appena' 2195 follower
- Hillary Clinton: 1 update 10 mesi fa, e non dico altro
- Angela Merkel ha twittato 89 volte e ha 206 follower, molto bene, ma soprattutto e' l'unica che usa twitter anche per rispondere ad altri twit (se ho capito bene, visto che il tedesco non lo mastico)
- Gordon Brown ha twittato ben 523 volte per soli 33 follower,
- Tony Blair aveva twittato 240 volte per 30 follower (poi ha chiuso 6 mesi fa)
- David Cameron si e' invece attestato a 97 update per 48 follower
Lascio a voi le conclusioni, se se ne possono trarre. La partecipazione e' ancora scarsa, ... anche perche' non ci sono campagne elettorali in corso. A me sembra un buon modo per avere un'idea della "persona", prima che del "politico", ancor piu' del blog (in cui era possibile scivolare nel linguaggio da comunicato stampa). Inoltre la sintesi, velocita' e quotidianita' li puo' rendere ancora molto piu' "alla pari" con la gente comune che vive la vita di tutti i giorni. E ci vuole ancora piu' coraggio!
Avevano gia' fatto qualche commento NovaMob (su quelli italiani, 30/11/07), Blogosfere (su quelli stranieri, 18/5/07), e Antonio Sofi (all'alba dei primi twit politici americani, 7/3/07).
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giovedì 10 gennaio 2008
twitter brainstorming session: 10% medium, 90% message
I used twitter this morning to prepare my session at the Open Forum in Davos. I did not use Seesmic because I just had 10 minutes before the call, but will also do a brainstorming there. This session will be streamed live on the Internet and I will try at least to have a chat room or a gtalk+twitter to take reactions and questions from the Internet...
A proposito di chi insiste perche' su internet siano pubblicati contenuti di maggiore qualita', io rispondo che e' fatica sprecata insistere su quello. La qualita' dei contenuti e' data dalla combinazione "mezzo+comunicatore", come si puo' vedere dall'utilizzo che Loic LeMeur o GianLuca Diegoli s'inventano di Twitter.
Dunque non piu' "contenuti di qualita'" ma piu' "comunicatori di qualita'". D'altra parte internet c'e' (e progredisce sempre piu'), inoltre e' aperto e gratuito, quindi non e' necessario invocare una sorta di grande-fratelliano nuovo "piano editoriale" o "programmazione del palinsesto" di internet. E' necessario invece che comunicatori potenzialmente interessati e interessanti, ma ancora fuori da internet, si rendano conto delle possibilita' gia' offerte, e le riconoscano come consone alla loro attivita' quotidiana. Quanti tra coloro che sanno di internet, conoscono infatti i mille diversi modi di comunicare che oggi si basano generalmente su internet, e, per esempio, Twitter e le decine di applicazioni che si basano su quello strumento ?
Allora forse cio' che manca e' un maggiore "passaparola" a proposito di internet, e fuori da internet. Un passaparola che porta chi e' fuori, dentro, e chi e' appena dentro (sito), piu' dentro (blog e social network, twitter, ...). Finche' ognuno trova il mezzo piu' adatto ai propri contenuti, e attraverso quel mezzo scopre di avere contenuti che diventano messaggio e conversazione. Quindi, i comunicatori prima, i contenuti poi, la conversazione come risultato.
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