E' da circa un anno che mi sono dato da fare nel web2.0, nell'attuale prospettiva (mentre in realta' sono del 2002 i primi esperimenti con splinder). E l'attuale prospettiva e' quella di esplorare la glocalita' e trarne anche qualche beneficio personale.
Se ripercorro mentalmente gli ultimi mesi di attivita' su internet, ho la sensazione che siano passati anni per come rapidamente e' cambiato il mio modo di relazionare in rete e non solo. Niente di rivoluzionario nella sostanza, ben inteso, ma sorprendente e' stata la velocita' di sviluppo e la quantita'. E la qualita' superiore alle aspettative.
Ritorno nel Veneto
Una premessa per capire meglio il contesto. Da quando, 2 anni fa, sono tornato nella mia regione di origine, il Veneto, dopo molti anni di assenza pressocche' totale, mi sono ritrovato con la rete di relazioni praticamente da ricostruire da zero. Non bisogna dimenticare che il Veneto e' tradizionalmente chiuso ed individualista, quindi il problema si presentava di lunga risoluzione.
Figuriamoci quando ho scoperto poi che moltissimi qui si sentono addirittura in conflitto con culture differenti, e parlo di quella milanese e torinese, non di chissa' quale terra esotica, e ottusamente competitivi con chiunque sia portatore di una competenza strutturata e professionale ma di servizio. Insomma, la cultura del fare, che spesso trascura il pensare ("faso tuto mi", col corollario "co xe fato, xe fato ben", anche se fa cagare) e soprattutto il relazionare.
Per di piu' alcuni cambiamenti nel lavoro mi hanno (avevano) richiesto l'abbandono del blog storico, a tal punto che un disguido nel rinnovo del dominio mi ha reso (quasi) irrecupurabili 4 anni di contenuti link e contatti.
Dopo un primo periodo veramente difficile, dopo quasi un anno di sostanziale inattivita' del mio blog, l'estate scorsa ho quindi ripreso in mano la rete con obiettivi a me molto chiari, cioe' per
- riallacciare relazioni con amici e colleghi di un tempo, ormai difficili da raggiungere fisicamente
- sviluppare nuove relazioni amichevoli con persone che sentivo affini per idee e modo di fare, visto che il tempo per fare la stessa cosa nella realta' locale era pochissimo (e la realta' locale stessa poco favorevole)
- entrare in contatto con professionisti che avessero gli stessi miei interessi e che operassero nel veneto (apparentemente inesistenti).
Strategia web2.0
Ho quindi innanzitutto riaperto il blog (questo qui su Blogger), con minimo impegno di impostazione e manutenzione, sempre con un taglio professionale. Il tema e' quello del precedente, l'ecosistema di conoscenza che si sta sviluppando nella nostra societa' grazie ad internet, ma e' aperto evidentemente a considerazioni di costume, di attualita', economiche e politiche. Del resto sono convinto che la persona e il professionista non possono (piu') essere separati.
In questo modo, l'autopresentazione era indirizzata nella sostanza, anche se il mio profilo piu' personale non si legge bene nelle pagine del blog, ma il problema rimaneva soprattutto la visibilita' e l'effettiva conversazione con gli altri blogger, considerando anche il pochissimo tempo a disposizione.
Quindi (quasi) subito ho iniziato anche a twittare. Il microblogging mi e' estremamente congeniale per
- pubblicare qualcosa di me, anche molto personale, ma senza farne un'autobiografia, e veramente a costo zero in termini di tempo
- seguire altre persone nella loro vita quotidiana, niente pippe mentali, pallosissimi esercizi di stile, cervellotici proclami e pamphlet ottusi, e sempre con minimo impegno temporale
- avviare qualche scambio di battute (max 140 caratteri appunto) che possa preludere ad una relazione piu' consistente nel seguito
- scatenare il mio senso umoristico e apprezzare quello degli altri (ho scoperto che gli italiani sono un popolo di comici)
- esercitare un linguaggio sintetico e pero' chiaro e comprensibile a tutti
Prime ricadute sul territorio
Primo effetto collaterale di rilievo e' che attraverso twitter ho conosciuto il primo gruppo di blogger veneti, il cui punto di riferimento principale e' un googlegroup, e che tra l'altro sta per riunirsi nuovamente a Padova, venerdi 29 agosto (vedi Nord-Est-a-tutta-birra).
La caratteristica principale di questo gruppo e' la voglia di costruire relazioni 2.0 anche nel reale, e in questo ci riesce benissimo, anche se ognuno lo fa poi mettendoci la propria particolare interpretazione. Naturalmente la maggior parte twitta e blogga e quindi negli incontri sostanzialmente si twitta e si blogga stando questa volta tutti insieme, dal vivo (ma anche un po' on-line).
L'altra caratteristica del gruppo, soprattutto di alcuni, e' la velleita' di inserire questa attivita' ludico-cazzeggiante in un alveo di concretezza e incisivita', di maggiore progettualita'. L'intenzione e' lodevole, beninteso, e in parte corrisponde anche ad alcune mie aspirazioni. Ma diciamo che questa parte e' molto divertente e altrettanto inconcludente, non se ne voglia nessuno.
Si tratta infatti, di guardare alle cose con piu' obiettivita': se anche non viene forzata la partenza di alcun progetto, il gruppo ha comunque il suo ottimo motivo per riunirsi, che e' il piacere di stare in brillante compagnia. E se progettualita' non nasce li', vabbe', nascera' altrove. Se non e' gia' nata ;-)
Comunque, un risultato concreto e' stato raggiunto (ecche risultato!!!): soprattutto grazie alla spinta di Gigi Cogo, ad aprile c'e' stato il Twittercamp, al Vega di Venezia, in concomitanza con VenetoExpo. Il mio primo barcamp, e il secondo nel veneto (al Ghiradacamp sono mancato per impegni miei).
Sorpasso del microblogging sul blogging
A questo punto, visto il successo del mio twittare rispetto ai miei principali obiettivi iniziali, ho deciso di provare Tumblr, e dopo un minimo di pratica (acquisita in giorni!) ho fatto diventare il mio tumblog la copertina del mio blog. Infatti a differenza del blog, il tumblog e', per me:
- piu' scorrevole e facile da leggere (fino a rischiare la superficialita', ma si sa nel web la leggerezza e' indispensabile per non essere tagliati fuori)
- piu' ricco di spunti personali, che io inserisco come battute sinteticissime a commento di contenuti ribloggati, oppure come citazioni singificative per me (e rappresentative di me)
- piu' connesso con i fatti, le notizie, i memi che girano e rimbalzano in rete, e che non avrei tempo di seguire se dovessi rielaborare come vorrei prima di pubblicare sul blog
- piu' permanente di twitter, ma editoriale come il blog
Cosa mi ha dato Tumblr, dopo qualche mese ? La possibilita' di presentarmi nelle conversazioni cui partecipo nella rete con un sito di facile lettura, effettivamente personale, semplicissimo e velocissimo da gestire, che rimanda, con un link a lato, al blog degli approfondimenti e delle rielaborazioni, che e' obiettivamente inadatto ai "primi incontri" col lettore.
Insomma e' come quando ti presentano dal vivo una nuova persona, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni, e prima di parlare seriamente di temi importanti o di progetti complessi, ti prendi qualche minuto di conversazione leggera per incominciare a conoscere la persona. Alcuni li chiamano convenevoli. In un altro contesto, se l'aspettativa e' forte, preliminari rende meglio il concetto.
Alla ricerca di un maggiore interscambio real life/on-line
Peccato solo che il contributo di Tumblr alle mie relazioni sociali live e' stato nullo. Tumblr non ha commenti, e' contribuisce alla creazione di un network (gli altri tumblog che si seguono e da cui spesso si reblogga) in cui pero' non c'e' molto scambio sociale: rebloggando si puo' commentare, e in rarissimi casi questo si traduce in un breve botta e risposta. Troppo poco per introdurre una relazione piu' ricca, e magari dal vivo. Un po' come su certi servizi per immagazzinare immagini (Flickr, Stumblupon, ...): si e' in contatto per gli stessi gusti espressi su alcune fotografie, ma poi cosa ci si potrebbe dire seduti davanti ad una birra ?
Qui c'e' da riflettere: la cultura dell'immagine ci da' un'apparente senso di comunanza ma poi ci rende piu' soli ? Questo dipende dal fatto che la cultura dell'immagine fotografica di oggi, ricca forse (raramente) ma silente e implicita, ha sostituito quella della rappresentazione teatrale che pure era basata sull'immagine, ma anche sul racconto, e aveva tanta presa anche a livello popolare ? Fermiamoci qua e rimaniamo sul tema.
Quindi Tumblr non permette di sviluppare conversazioni, e quindi relazioni che abbiano qualche probabilita' di proseguire live. Ma proprio mentre cercavo una soluzione a questo problema e' scoppiato il fenomeno Friendfeed. Ne ho gia' parlato abbondantemente in precedenza, e anche se se ne discutera' ancora a lungo, sono convinto che FF e' la migliore soluzione per le conversazioni on-line mai vista finora.
Non semplicemente blog, ma anche social e business networking
Nello stesso tempo, ovviamente, non mi sono limitato alla sola "blogosfera" e ho cercato di frequentare anche qualche social network e business network, ovvero l'altra faccia del web2.0. Non si tratta di una differenza da poco, anche se la separazione non e' netta. Mentre nel blog ci si puo' abbandonare a momenti solipsistici, se non addirittura onanistici, nel social network lo scopo dichiarato e' socializzare.
Qui dico subito che nessun social network generalista mi ha mai conquistato, dal momento che sono ottimi per un "acchiappo" un po' fuori dal mio stile e obiettivi. E devo ammettere che anche alcuni business network si possono considerare alla fin fine "luoghi da acchiappo" per chi cerca un datore di lavoro o chi cerca manovalanza.
Considero attivo solo l'account in Facebook, che per altro si aggiorna in automatico coi flussi delle mie attivita' altrove, solo perche' mi permette di entrare in contatto con persone di cui ancora non ho i riferimenti essenziali (mail, e altre identita' nel web2.0).
Trovo invece molto piu' interessanti ed efficaci i social network di nicchia, quelli cioe' che aggregano intorno ad un tema specifico di interesse, e tra questi uno soltanto mi e' rimasto congeniale: Anobii, il social network dedicato a chi legge libri. In Anobii infatti ci si puo' iscrivere a gruppi, e si puo' discutere in forum, genericamente legati a libri ma di fatto focalizzati sui temi piu' disparati.
Questi gruppi poi si riuscono dal vivo, in meeting informali, con un forte carattere territoriale. Una delle piu' brave e generose animatrici e' Niki Costantini, quella che alcuni chiamano la sacerdotessa di Anobii. Mi sono trovato bene anche in molte discussioni di Brain2brain, che e' (anche) un gruppo di Anobii avviato da Mario Esposito: so che hanno preferito orientarsi ad incontri su SecondLife, ma per ragioni di sopravvivenza ho scelto di starne fuori (anche perche' non credo molto nei metaversi con interfaccie 3D).
Ancora una volta, a proposito dei gruppi che si riuniscono dal vivo, il vero successo di queste iniziative, che infatti si ripetono periodicamente, e' quello di portare lo spirito "2.0" (aperto, informale, trasparente, tollerante, orientato allo scambio e alla collaborazione) nella vita reale, e potete credermi, non e' cosa da poco.
Anzi, superato lo slancio iniziale, seguono poi incontri informali appena capita l'occasione, senza nessun battage ne' sponsor, consapevoli di essere nicchia un tempo e parte di un cluster piu' grande e diverso l'occasione successiva. Come gli incontri castellani, grazie all'iniziativa di Matteo D'agord, e quello ferragostano che io e Mariela De Marchi abbiamo organizzato a Vicenza.
In questo modo ho potuto frequentare on-line e dal vivo, persone piacevolissime, che avrei forse impiegato anni a conoscere senza la rete, magari senza trovarle proprio. In questo senso, la rete facilita la possibilita' di incontro tra persone che condivono un certo approccio, quello 2.0 appunto. Ogni gruppo, poi, come le persone, e' diverso dall'altro, e si muove e da' cose diverse.
Questo non deve d'altra parte far illudere troppo: anche nella rete, anche nelle iniziative 2.0, si possono incontrare persone con atteggiamenti che io ho chiamato 1.1 (in una battuta: la versione bacata tra la 1.0 e la 2.0!): cioe' spiacevoli, aggressivi, egoistici e un po' orientati alle mascherate. Ma se ne ho incontrate un paio e' tanto, e nel clima generale e' piu' facile che tireranno fuori la parte migliore che hanno.
Dall'improvvisazione al progetto, dal social al business
Sono soddisfattissimo delle possibilita' che adesso ho per soddisfare quelli che io ritengo urgenti bisogni di socializzazione con persone che mi piacciono e che mi stimolano. L'effetto FF, da questo punto di vista, e' quello di una bomba, per me. Ora che posso effettivamente seguire dalle 100 alle 200 persone (non come i 1000 feed registrati in Google Reader che regolarmente archiviavo anche se non letti) sto scoprendo una miniera di persone preziose, al punto che veramente mi dispiace non avere tempo per seguirli come vorrei.
Ma bisogna sempre considerare che io ho un lavoro (che si intreccia su vari progetti che a volte si sovrappongono) e spesso il tempo da dedicare al web2.0 manca: dopo l'ultimo mese praticamente festivo, sara' impossibile mantenere il ritmo di partecipazione alle conversazioni sul web. Non se ne vogliano chi lavora nel campo dell'informatica o chi peggio, non ha un lavoro, ma il web2.0 discrimina chi il lavoro ce l'ha, perche' e' un po' vero che 'lontano dalla tastiera, lontano dal cuore dei tuoi follower'. Naturalmente e' meglio avere questo problema, che quello di trovare un lavoro, al giorno d'oggi.
Inoltre non vi nascondo che guardo con un certo sollievo la "necessita'" di staccare dalla rete, per lavoro, perche' sto avvertendo gli effetti deleteri di un'eccessiva frequentazione del web sulla mia produttivita', ma anche sulla mia capacita' di comunicazione nella vita reale, e perfino nella mia capacita' di ragionare e apprendere. Forse non si diventa stupidi, ma sembra che "siamo come leggiamo", e in ogni caso come ragioniamo, e conversare e ragionare nel web2.0 e' talmente facilitato e amplificato che satura la nostra capacita' di esaurire il compito.
Infine, ma non meno importante, il web2.0 e' una fonte di opportunita', forse difficili da definire, comunque legata alle persone che si possono conoscere e alle cose che quindi si possono fare. Naturale quindi che io ora pensi a come esprimere questo valore.
E perche' le cose non succedono mai per caso, proprio a fine luglio si inaugurava il business network VenetoIn, sulla falsa riga di MilanIn e appartenente al relativo Club, che ha trovato in Simone Favaro la persona giusta per farlo decollare qui nel Veneto.
Infine, ma non meno importante ho avuto modo di incontrare Gigi Cogo nel suo regno al Vega, e di conversare 'dal vivo' col principale innovatore della P.A. in Veneto, nonche' evangelizzatore 2.0, e come sono organizzati e di che risorse dispongono in Regione (sono entrato anche nel sancta santorum ovvero la server farm dove sono gestiti tutti i comuni del Veneto!). Ci siamo scambiati idee e informazioni sulle nostre precedenti e attuali esperienze, sui nostri futuri progetti, alla stessa velocita' con cui twittiamo e blogghiamo sul web. Vedremo.
Con l'occasione ho conosciuto di persona Maddalena Mapelli che ha fatto partire un altro social network di nicchia dedicato agli Ibridamenti, con cui ci accomuna (immodestamente da parte mia) un approccio neo-umanistico.
Da settembre, quindi, parte un nuovo anno e se queste sono le premesse...
lunedì 25 agosto 2008
Un anno vissuto pericolosamente nel web2.0
Etichette:
business_network
,
evidenza
,
italia
,
social_network
,
veneto
,
web2.0
Iscriviti a:
Commenti sul post
(
Atom
)
9 commenti :
letto tutto d'un fiato!!
beh un'esperienza davvero interessante
io ho iniziato molto presto a bazzigare in rete attarverso le weboard di antica memoria e i gruppi inerenti al mio lavoro e poi quando apparvero i blog anche attraverso ad essi
ho lasciato tutto alla fine del 2002, non trovavo stimoli al rimanere in rete, le mie aspetattive si erano frantumate, in particolare la tanto vantata "libertà" sul web non mi sembrava piu' così reale
sono tornata esattamente un anno fa ad agosto del 2007, non so se ci rimarrò, certamente ho incontrato persone e anche pensieri che ho conosciuto di persona di voce o solo di scambio di messaggi o di commenti
un mondo vivo, ma...
le mie perplessità restano, come restano sull'uso del social network... ma chissà ...
chicca
Credo di capire bene cosa intendi. In certi casi io faccio questo esercizio (what if 'not'): cerco di immaginare cosa sarebbe se togliessi di mezzo cio' che non mi piace/soddisfa
@gino,
l'ho letto tutto e mi piace un sacco il tuo entusiamo nell'affrontare questi temi.
p.s. un altra volta mandami un SMS che mi prendo un giorno di ferie per leggerlo :-)
Caro Gino (à Tochi), sei riuscito a dare un'autorevolezza al mio cazzeggio quotidiano sul web 2.0 che oggi mi sento quasi quasi un'antropologa!
Scherzi a parte, ogni tanto anche io percepisco questo fondo di verità e realtà nella Rete che spesso chi è "al di fuori" dalle logiche si un social network forse non comprende appieno.
Attraverso la Rete - e poi però, necessariamente, ad un tavolino di un bar - ho conosciuto molte persone. Alcune interessanti, altre meno, però tutte ugualmente pronte a mettersi in gioco. Mi piace questa cosa, perchè non è assolutamente scontata ritrovarla tra colleghi in carne ed ossa.
E poi l'idea della commistione, di stare assieme a persone che, difficilmente avrei occasione di conoscere attraverso circuiti abituali.. mi intriga, niente da dire.
@gigi hehe, alla tua(*) eta' la miniaturizzazione delle conversazioni forzata dal web2.0 e' un'ottima scusa per nascondere l'alzheimer incipiente ;-D
(*) io sono ben piu' giovane di un paio d'anni, caro mio!
@giulia vero! ti ho dato autorevolezza! e si che non era un'impresa facile ;-)))
Aggiungo che in rete trovi persone brillanti e piacevolissime, che poi incontri al bar e trovi conferme di una grande sintonia. In questo modo prendersi per il c--o diventa ancora piu' divertente.
ps: ah, ricordati di linkare le fonti! ;-)))
Oddio oddio... io la persona giusta per far decollare Veneto-IN nel Veneto. Troppa bontà buon uomo, non mi merito tanto. Ho trovato terreno fertile e questo mi ha agevolato le cose non poco. Anche il nostro Veneto chiuso si sta risvegliando e sente la necessità di uscire dal suo guscio.
La rete è un acceleratore di conoscenze. Cià che con molta fatica faresti off-line, ti riesce on-line proprio per lo spirito di curiosità che scatena il mezzo. Tra l'altro la possibilità di esplorare le persone "da lontano" è un'ottima opportunità per sondare il terreno prima di investire.
Sulla citazione delle fonti, ho fatto la stessa osservazione a Giulia :-)
Si, anche sto registrando un'accelereazione in alcuni cambiamenti del clima qui nel veneto. Come dicevo a Mariela, un po' sara' che la crisi si incomincia a sentire anche qui, e la crisi abbassa le resistenze al cambiamento.
In certe parole mi ci sono proprio identificato. E la cosa buffa è che non erano quelle riguardanti la rete ed il web 2.0.
:D
Posta un commento