mercoledì 11 febbraio 2009

Leaderless organization e carisma 2.0

Elisabetta PasiniComplimenti a Elisabetta Pasini e a Marco Minghetti, per l'interessantissimo spunto sulla leaderless organization, molto attuale.

Oggi e' difficile avere esempi di carisma efficace su gruppi molto ampi, perche', primo, e' gia' difficile avere gruppi molto ampi, e, secondo, avere valori condivisi. In un'azienda, specie se ancora abbastanza piccola, dove e' ancora possibile e necessario aggregare intorno ad un "codice" interno, il carisma non puo' che essere legato alla miglior rappresentazione vivente di quel codice. Questa naturalmente e' una condizione necessaria ma non sufficiente: e' sempre necessario avere quel quid in piu'. Se l'azienda e' grande, spesso viene gestita come costellazione di piu' piccole unita' organizzative.

D'altra parte, nei network che oggi si possono sviluppare attraverso la rete, e che sono forse le ultime realta' di aggregazione di grandi numeri di persone, il discorso e' diverso. E anche qui bisogna distinguere quelli generalisti (la blogosfera, Linkedin, Facebook, ...), da quelli di nicchia (p.e. sulla formazione, sull'ICT, ...).

Nel primo caso il manifesto di idee e valori nel quale i networker si riconoscono e' minimo, se non inesistente. Qui il termine "anarchia" rende bene, in una valenza non necessariamente negativa. Non vedo possibilita' per esprimere leadership e nemmeno carisma, al limite un certo presenzialismo intorno al quale piu' che consenso si sviluppa opportunismo. Questa e' dunque proprio un'organizzazione leaderless, ma forse semplicemente NON e' una organizzazione. Nulla puo' influenzarne lo sviluppo: e' dunque anche charisma-less. Unica eccezione in Italia e' Grillo, ma vi invito anche a non sopravvalutare troppo questo caso. Forse, in alcuni casi, e' piu' utile parlare di "reputazione tra pari", ma solo in alcuni sottoinsiemi di questi network.

Un discorso diverso si deve fare per i network di nicchia. Qui ha senso, secondo me, discutere di organizzazione leaderless, e di carisma che prelude ad una significativa influenza sullo sviluppo del network. Oltre a meriti specifici legati alla particolarita' della nicchia, in questo caso e' richiesta una capacita' di comprensione e interpretazione dei "principi del networking". Questi comprendono un codice etico e comportamentale, e soprattutto la consapevolezza di quali sono le dinamiche all'interno del network, e quindi di quali atteggiamenti le favoriscono. Se infine scatta anche il quid in piu', allora si puo' proprio parlare di carisma.

L'esperienza insegna pero' che nel network non ci sono barriere all'ingresso, almeno non in generale. Quindi possiamo trovare sia colui che interpreta lo spazio del network come un terreno di conquista, probabilmente senza scrupoli sulla scelta delle armi da usare; sia colui che interpreta lo stesso spazio come un terreno per scorribande predatorie o semplicemente vandaliche, in cui muoversi senza tetto ne' legge, e anzi preoccupandosi che nessun codice etico sia condiviso, affinche' nessun vincolo diventi legittimo. La presenza di questo tipo di comportamenti e' generalmente ininfluente nei network con basi molto allargate, mentre e' devastante nei piccoli, o quelli che sono nelle prime fasi di crescita.

L'unico modo possibile perche' un piccolo-medio network possa rimanere integro, e possa quindi permettere lo spontaneo riconoscimento di carisma, a mio giudizio, e' preservare la natura stessa del network: quindi impedendo che l'approccio si pieghi al verticismo da un lato, e alla totale assenza di regole dall'altro. Queste regole, pero', non devono essere tradotte in norme processi e pene, ma semplicemente in una netiquette da ricordare come una carta di valori condivisi, nei momenti di confusione e incertezza. E questa l'ultima vestigia di organizzazione che ancora rimane da considerare.

Nell'urgenza di un approccio ecologico al networking, quindi non del tutto anarchico, c'e' un punto che emerge come fondamentale, secondo me, ed e' quello che ha reso la Rete grande come tutti sappiamo: la conversazione. Se siamo tutti convinti che i mercati sono conversazioni, a maggior ragione non abbiamo dubbi che la societa' intera e' conversazione. Intesa proprio come "espressione di se' e momento di confronto con l'altro". Solo un alto livello di interazione, trasparente e intensa, sia aperta e collettiva, sia privata e tra singoli, puo' effettivamente rendere possbile il riconoscimento delle reali motivazioni e dell'atteggiamento dei networker. A quel punto, per naturale evoluzione, l'aspirante padrone e l'aspirante predone vengono riconosciuti come tali, e quindi sostenuti solo da quella fazione che apprezza o il primo o il secondo dei due modelli.

Soprattutto nei network piccoli, allora, o per loro natura o perche' appena avviati, sulla qualita' della comunicazione e dell'interazione va posta la massima attenzione. Dove qualcuno impone di limitare le conversazioni, si capisce subito che c'e' un padrone o un predone latente che sta preparando il suo assalto. In un network che sia veramente un network, cioe' una rete, la conversazione e' sacra. Se c'e' quindi un carisma 2.0, questo si fonda innanzitutto sulla capacita' di comunicare e interagire con tutti.

3 commenti :

Giorgio Jannis ha detto...

Un po' come la sinonimia tra "classe" e "aula" quando ragioniamo di formazione 2.0social, anche quella vicinanza semantica tra carisma e leader risente dei nuovi modi digitali del darsi dell'identità.

C'è un problema profondo in questa storia, la contraddizione tra l'ESSERE una persona carismatica e saper/poter FARE il leader, però dentro una situazione narrativa dove il contesto "orizzontale" della Rete porta a formarsi dei gruppi (piccoli o estesi, strutturati a un fine oppure liberi) in cui deve valere lo stesso valore di pariteticità, e quindi leaderless.
Quali strategie oblique dovrà adottare il nostro Eroe, per portare a termine la sua missione?

E' un bel post, Gino, coglie un bel nodo.

Brevemente:
* dobbiamo scollare il concetto di carisma dalla persona fisica, siamo viziati dalla nostra visione mentale di leader in quanto persona notevole di un gruppo fisico, persona con un corpo e relativa comunicazione
* dobbiamo sviluppare competenze digitali che ci permettano di individuare e rendere significative alla lettura tutte quelle piccole tracce di autorevolezza che le persone lasciano mentre discutono su web: la presenza del tuo leader nei social network delle organizzazioni lavorative pubbliche o private sul territorio dovrà essere rilevata dal suo dire, dal suo proporre o commentare con un post o nelle chat o nei forum delle intranet, dal suo avere una linea comprensibile e un profilo netto, nel tempo.
* questa rappresentazione del leader (che ognuno di noi si fa, e poi procede a "riconoscere" in ciò in cui si imbatte) in questi giorni dipende molto dall'aver compreso le nuove dinamiche espressive del sé e del dialogo interpersonale nei nuovi ambienti digitali -> reputo maggiormente credibile e dignitoso oggi un leader nelle cui parole e interventi e identità digitale vedo trasparire un'assiologia basata su valori di conversazione, scambio, apertura
* però a dire la verità io il carisma lo vedo anche in facebook. si tratta di persone che per mestiere o per intuito sono capaci se non altro di creare "nuvola mediatica" intorno a sé, sanno mettersi in scena o porgono il gesto con una grazia che li rende poi (dopo migliaia di like o poke, quindi folksonomy) degli opinion leader, a cui molti sarebbero disposti a riconoscere carisma.
* il problema è l'ambiente, vasto e destrutturato (i giochini che girano su facebookk servono a placare l'ansia di dover sempre parlare di noi) che non permette l'emergere di carisma "classico" (mantengo la mia posizione sulle potenzialità più virali e underground di queste persone) e anche se questo avvenisse sarebbe soffocato dal chiacchiericcio
* nei gruppi più ristretti, nelle intranet, il discorso cambia, e diventa interessantissimo. Già ragionare delle grammatiche con cui cogliere questi segni nei comportamenti mediatici delle persone, nella partecipazione è molto suggestivo.

E meno male che avevo detto "brevemente".

GinoTocchetti ha detto...

Scusami se saro' un po' lungo, Giorgio: sono perfettamente d'accordo con te che la comprensione di queste dinamiche non possa che essere a livello ecosistemico.

Ci tornero' su sicuramente. ;-)

GinoTocchetti ha detto...

Questo tema della leadership collettiva, e' qualcosa che sto cercando di approfondire, Giorgio, quindi se vuoi aggiungere qualcosa ne sarei felice.