mercoledì 30 luglio 2008

C2B e il marketing di acquisto

Di solito con marketing di acquisto ci si riferisce all'analisi di mercato dell'offerta, alla selezione dei fornitori, alle strategie di acquisto, in una prospettiva tipicamente B2B. Io voglio 'forzare' il concetto nella prospettiva B2C, anzi C2B: in un mercato in cui il cliente ha piu' possibilita' di informarsi e decidere cosa sia piu' vicino ai suoi desideri, il marketing di acquisto e' l'insieme delle azioni per essere la' dove l'attenzione e i desideri del cliente si concentrano, e di essere quello che il cliente cerca.

A scanso di equivoci, con C2B qui non intendo questo.

Col web2.0, e lo spostamento di informazioni, capacita' negoziale e potere decisionale nelle mani del cliente, questo concetto di marketing di acquisto e' sempre piu' importante, e secondo me ancora poco assimilato da chi fa marketing.

Nel mercato, grazie al web2.0, il cliente si confronta mettendo in gioco se' stesso con interlocutori che fanno evidentemente altrettanto. I mercati sono conversazioni. Direi di piu', i mercati sono relazioni sociali.

Non basta sembrare cio' che il cliente apprezza, con qualche depliant o spot millantatore, e non basta comparire laddove il cliente spende volentieri il suo tempo (per esempio sul web, o sul web2.0), e non basta solo comprendere la stessa scala di valori.

Se sincero apprezzamento e desiderio di unione deve scattare tra cliente e fornitore, occorre che i due si incontrino su un terreno comune, esprimendo lo stesso sentire, dimostrando di avere effettivamente la stessa scala di valori. Devono poter dire entrambi "si, anche lui e' uno di noi: mi sento di sottoscriverlo".

Non credo che il marketing tradizionale, il marketing B2C di vendita, sia destinato a morire, ne' a diventare 'il male'. Semplicemente si va affiancando e rafforzando un marketing C2B di acquisto. Che i due si incontrino sarebbe auspicabile, ma anche una certa indipendenza tra i due non deve deludere nessuno.

Coloro che si impegnano a trovare nuove etichette per cambiare i connotati al marketing di vendita, comincino a ragionare in termini di mercato in cui acquistare viene prima che vendere, e sottoscrivere prima che acquistare.

martedì 29 luglio 2008

Friendfeed, la conversazione, la rielaborazione

clipped from freelancingscience.com


FriendFeed: where the conversation happens




It shows what happened to number of visitors to this blog after I joined FF - it had dropped by half (actual numbers aren’t relevant, graph shows monthly statistics). The reason is pretty obvious for any long-time blogger - no posts, no visitors. I don’t post as often as before for a good reason - sharing news, interesting links and the whole conversation around these happens on the FriendFeed.

blog it

Se si facilita la conversazione, e questa cattura il blogger, il primo risultato e' che questo 'produce' meno contenuti ponderati e articolati, quelli che si pubblicano in un blog (generalizzando non poco).

Il vortice della comunicazione, finalmente supportato meglio grazie a FF, e' indubbiamente un passo avanti rispetto all'annegamento da informazioni strabordanti, ma diventa una ulteriore minaccia allo sviluppo completo dei nostri processi cognitivi.

Viene confermata l'importanza di avere pause di riflessione, momenti di sedimentazione, sistematizzazione, rielaborazione, e riformulazione.


Knowledge Creation Model, by Ikujiro Nonaka


Lo sviluppo di nuova conoscenza richiede sempre 4 fasi (Nonaka dixit), e due di queste (internalizzazione ed esternalizzazione) reclamano spazi tempi (e strumenti) per un'osmosi tra esterno (il web nel nostro contesto) ed interno (il singolo blogger). Non puo' avvenire solo all'esterno.


lunedì 28 luglio 2008

About Friendfeed #4: presente e futuro

Dopo un esame delle sue funzioni, pregi e difetti, cosa concludere, per ora, su FF ?

A me sembra che Friendfeed non possa e non debba essere scambiato con un protocollo di data portability, capace di incrociare i flussi di conversazione della blogosfera, con l'approccio architetturale della blogosfera stessa, cioe' destrutturato e con il massimo controllo nelle mani degli autori dei singoli blog. Uno dei motivi e' che l'incrocio delle conversazioni non appartiene al singolo blog.

Secondo me Friendfeed va visto come un social network dedicato (topic-based), cioe' come Last.fm per la musica, Anobii per i libri, Linkedin per i professionisti! (Lo so, puo' inorridire qualcuno). Infatti ciascuno di questi e' specializzato nel gestire i dati pertinenti allo specifico contesto, e in linea di massima non altri.

Dunque io guardo a Friendfeed come ad un social network dedicato alle conversazioni. Tutto il resto viene di conseguenza. La descrizione degli elementi, la lista temporale dei commenti, la descrizione degli utenti e delle relazioni di amicizia, la definizione di stanze per contesti particolari, sono tutte funzionalita' necessarie per il network dei comunicatori.

Cio' che rimane fuori, e' ancora una conseguenza della sua natura, cosi' definita. Infatti, gli articoli dei blog e in generale elementi di contenuto complessi non sono editati e pubblicati in FF: costituiscono l'origine (potenziale) di una conversazione, e vengono quindi solo citati in FF.

Non andrei e non andro' a scrivere ariticoli come questo in FF: uso e usero' il blog. Ne' andrei a compilare il mio profilo in cerca di networking: uso e usero' Facebook o simili. Non vado a discutere di musica, lavoro, libri, birre: uso qualcosa di piu' dedicato. Non vado a pubblicare immagini: uso Flickr o StumbleUpon. Solo vorrei che tutto passasse per FF nel momento in cui diventa oggetto di conversazione.

Solo per i messaggi generati con gli strumenti di microblogging si pone il problema della sovrapposizione, e' infatti e' possibile microbloggare anche con FF.

Profili degli utenti ? No perche' non si tratta di un social network come Facebook, Orkut, ... dove il focus e' la persona. Non sono quindi tra quelli che chiedono di inserirli. Sempre per questo motivo, non ci sono gruppi, ma stanze.

Se in questo modo FF trova una sua ragion d'essere, allora viene spontaneo aspettarsi qualche evoluzione:
- le conversazioni non sono solo lineari, una struttura ad albero (o a rete) sara' prima o poi necessaria
- le conversazioni non sono legate ad un unico seed, una maggiore possibilita' di classificazione dovra' prima o poi essere inserita (ad incominciare dai tag, che potrebbero innanzi tutto essere importati dalle fonti registrate - anche se qui bisogna aspettare la diffusione di un microformato apposta)
- ogni elemento della conversazione e' importante, e potenzialmente originatore di una diversa conversazione, e dovranno avere ciascuno un proprio permalink


La preoccupazione maggiore pero' e' sulla scalabilita'. Al crescere di utenti e fonti la quantita' di elementi e di flussi da seguire cresce esponenzialmente.

Qui il problema non e' tanto dal punto di vista tecnologico. Il software sembra molto solido, ma e' ancora ben lontano dal carico a cui potrebbe arrivare tra un anno o due. Del resto l'aspetto prestazionale non e' secondario, basta ricordare le vicende di Twitter.

Il problema e' soprattutto per l'utente: puo' la metafora a flusso unico e lineare, facilitare effettivamente l'operazione di seguire decine/centinaia di conversazioni, che per l'essere umano e' certamente oltre il limite delle sue naturali potenzialita' ?


[to be continued and revised]


About Friendfeed #3: tentativo di classificazione

Le funzionalita' di FF sono veramente tante:


E' un aggregatore.


Si possono aggregare flussi da piu' fonti. L'operazione e' resa molto semplice da un'interfaccia in grado di semplificare l'iscrizione alle varie fonti. Non c'e' limite nel numero. I flussi aggregati vengono mixati in un unico flusso. La visualizzazione e la ricerca possono essere filtrate per tipo di fonte.


Si possono quindi aggregare tutte le fonti di un'individuo, e quindi costruire quel "Centralized Me" che genera tante discussioni. Ma si possono anche aggregare fonti in base a svariati criteri, qualunque il singolo utente trova interessanti. Si creano infatti "utenti immaginari" il cui significato e' quello che il suo creatore vuole dare.


Cade quindi, secondo me, la questione piu' delicata: Friendfeed non pretende di sostituirsi a quel protocollo di data portability che tutti auspichiamo, e che ancora non e' pronto.


Piuttosto non esiste alcuna possibilita' di claim delle fonti, quindi e' possibile creare anche utenti fake, a cui sono associati i contenuti prodotti da altri. E' sempre chiaramente specificato, nel flusso risultante, a quale fonte appartiene il singolo item, ma non e' cosi' evidente, ad una prima lettura.


E' un sistema di commenting.


Ogni elemento di contenuto, importato da qualunque fonte, puo' essere commentato, e anche 'marcato' con una stellina che equivale a 'like'.


Questa funzione e' molto utile, e risolve finalmente due grosse storiche debolezze della comunicazione nella blogosfera:


a) alcuni strumenti di blogging e personal publishing non hanno un proprio sistema di commenting (Tumblr per esempio).


b) la pubblicazione dei commenti subito sotto al title, e all'eventuale body, di ogni elemento di contenuto, da un'immediata consapevolezza dello sviluppo della conversazione


A mio parere l'utilizzo di Friendfeed si giustifica gia' con questa sola funzione. Ulteriori funzionalita' che si potrebbero desiderare: un permalink per i singoli commenti, e un feed per i commenti di ogni elemento di contenuto.


La percezione piu' chiara e immediata di come si sviluppa la conversazione trasforma Friendfeed in un buon sistema di referenziazione (non un vero social ranking), che permette di monitorare dove si concentra l'attenzione degli utenti.


Ogni volta che un elemento viene commentato, o marcato con un 'like' viene portato in cima nella lista di pubblicazione per gli utenti che partecipano a quella conversazione. Questo e' un ulteriore importante aiuto per seguire le conversazioni. E' anche possibile ottenere una lista degli elementi che hanno generato la conversazione piu' lunga in un dato intervallo di tempo prefissato.


La portata di questa funzione e' cosi' grande che gia' molti si stanno chiedendo dove commentare i contenuti, se direttamente alla fonte, o in FF. D'altra parte, senza una scelta definitiva che sarebbe impossibile, si svilupperanno due conversazioni: una alla fonte e una in FF.


Penso che questo sia un falso problema, basato sulla concezione debolissima che tutti i commenti di una conversazione debbano allinearsi sotto ad un unico elemento originario. Dopo anni di esperienza con Technorati, e simili, tutti sappiamo che le conversazioni sono frammentate e disperse, e la loro ricomposizione non puo' che essere realizzata per collezione di spezzoni. FF potrebbe aiutare collezionando anche i commenti alla fonte, se si importano attraverso il feed specifico.


Questo problema e' ancora piu' critico quando vengono importate fonti che sono esse stesse conversazioni, come alcune sequenze di twit in Twitter. Un modo per importare i replies di Twitter in FF e' gia' stato trovato, ma la timeline viene compromessa. Non per niente si sta estendendo la pratica di twittare direttamente da FF.


Quest'ultimo e' l'unico esempio in cui si puo' usare FF come fonte di contenuti che saranno pubblicati su altri servizi. Puristi della modellazione di architetture funzionali inorridiranno a questo proposito.


C'e' ancora da dire che l'utilizzo di strumenti di reblogging (Tumblr soprattutto, ma molti blogger lo fanno semplicemente col proprio blog) perdono di appeal. Infatti non ha piu' molto senso rebloggare un elemento di contenuto, per poi aggiungere un proprio commento, quando si puo' commentarlo direttamente in FF.


E' un social network.


E' infatti possibile definire account, di cui sono forniti nickname, icon e la lista delle fonti associate, la lista degli account amici. Gli account possono non riferire a persone, ovviamente, ma iscrivendosi come 'amico' ad un account, se ne seguono automaticamente tutte le fonti.


Inoltre si possono identificare nuovi utenti da 'seguire' consultando gli amici degli amici. Anzi a questo riguardo viene creato direttamente da FF un elenco di amici raccomandati, da cui farsi ispirare quando si va in cerca di nuovi utenti da seguire.


L'informazione sugli amici degli amici viene utilizzata anche per creare il flusso aggregato delle fonti degli amici, in cui vengono inseriti anche i contributi degli amici degli amici, se uno degli amici le ha commentate o segnate con un 'like'. Questo risulta uno strumento efficace per esplorare nuove conversazioni e nuovi utenti da seguire.


A questo riguardo si muove la critica che siano poche le informazioni che si possono fornire per ogni utente. Qualcuno chiede che si possa specificare i soliti profili: sesso, hobbies, informazioni professionali, ... Mi sembra che si andrebbe nella direzione di una maggiore sovrapposizione con quei tipi di social network che sono fondati sui profili degli utenti.


E' un sistema di publishing testuale.


Oltre ai commenti, si possono pubblicare 'messaggi' testuali, di lunghezza limitata (ma non ai soli 140 caratteri di Twitter).


Questo disturba i puristi, ma credo che il vantaggio supera il difetto nell'architettura funzionale.


Nel flusso aggregato gli elementi di contenuto sono perlopiu' riportati solo col title, oppure con il body se questo e' piccolo. Anche le picture sono inserite nel flusso aggregato in forma di thumble. Questo evita che si possa confondere FF con uno strumento di publishing.


E' un sistema di supporto alla collaborazione.


E' possibile creare delle room dove restringere tutte le funzionalita' ad un subset di fonti e utenti.


Oltre a questo Friendfeed e' un ottimo software, ben fatto. Considerato l'esperienza dei progettisti, non c'e' da stupirsi. Risulta solido e veloce, e anche molto semplice da usare, dato anche l'uso intensivo di ajax.


E' sorprendente semplice e utile la funzione che permette di acquisire automaticamente le sottoscrizioni dalle altre applicazioni che gestiscono le fonti, cosi' da espandere automaticamente il numero di amici. Naturalmente funziona solo con le applicazioni che condividono questa informazione.


E' un potente motore di ricerca.


La ricerca e l'estrazione dei contenuti si puo' condurre secondo diversi criteri (autore singolo o gruppi, strumento di editing della fonte). Proprio qui, a dire il vero, ho rilevato la prima defaillance. Inoltre rimane piuttosto difficile cercare contenuti nel passato remoto.


Possiamo dire anche cosa non e': non e' una chat. Ma nemmeno Twitter lo e', eppure non mancano gli utenti che lo trovano comodo usato in quel modo. Quindi anche FF sara' usato come chat da qualcuno, ne possiamo stare certi. D'altra parte, nessuno se ne stupisca. La comunicazione e' libera, e se non ci sono impedimenti tecnici...


A questo punto possiamo tentare una sintesi.


About Friendfeed #2: che razza di strumento!

La prima difficolta' nel parlare di FF e' quella di definire cos'e', cioe' a cosa serve, o meglio quale delle cose a cui serve e' la piu' rappresentativa.


D'altra parte non e' forse questa la proprieta' distintiva del nuovo, cioe' di essere difficilmente classificabile con le categorie precedentemente in uso ? Vi ricordate quanti mesi/anni e' andata avanti la discussione di cosa siano i blog e che fiume impetuoso di definizioni ha scorso fin quasi ai giorni nostri ?


Proviamo a partire da cosa viene criticato.


Infatti qualcuno ha sollevato un punto interessante a questo proposito: fa troppo, dunque fa male. Giusto! Abbiamo appena finito di decantare il dono della semplicita' in Twitter, in Tumblr, associando a questo la chiave del loro successo. Senza parlare della home page di Google, che fece scuola, e poi delicious, e, in un'area attigua Skype... Less is more, Less is good: Sembrava proprio un principio acquisito, approfondito intelligentemente in termini di carico cognitivo da ottimizzare.


Io credo che si possa perdonare ai progettisti di FF un po' di approssimazione nella focalizzazione dello strumento e nella gestione di alcune funzionalita' fondamentali, a incominnciare dall'autenticazione dell'utente che registra le fonti. Credo che si possa dare loro fiducia considerato che sono gli stessi che hanno dato vita a Google Mail e Google Maps, e scusate se e' poco.


Certo, questo punto e' molto critico: se FriendFeed fosse lo strumento per favorire il "Centralized Me", la gestione della creazione dell'account che mi rappresenta puo' essere assunta da un qualunque altro utente, che quindi si sostituisce a me ? Infatti in FF chiunque puo' creare un utente immaginario e associargli, per esempio, le mie fonti.


D'altra parte, si obietta che proprio il concetto di "Centralized Me" non debba essere declinato da un'applicazione centralizzata, ma dovrebbe essere una proprieta' del blog di ciascuno, grazie ad un adeguato protocollo di data portability.


Sull'onda di queste argomentazioni, credo, si critica il fatto che Friendfeed sia un ambiente. Cos'e' un ambiente ? Un luogo virtuale dove l'utente deve entrare per usufruire di dati e servizi messi a disposizione dall'applicazione. Ma questo e' vero per tutti i social network: Facebook, Xing, Linkedin, SecondLife, Anobii, ...; e anche per gli aggregatori: Google Reader, Digg, Netvibes, Twine, ... Solo la blogosfera nel suo insieme fa eccezione a questa regola, e costituisce un ambiente destrutturato dove ogni utente ha il totale controllo del suo spazio.


Dunque, essere ambiente non costituisce per Friendfeed ne' un elemento negativo, tanto meno distintivo, a meno che non ambisca a svolgere funzioni che sono proprie della blogosfera nel suo insieme.


Allora la domanda si fa urgente: e' Friendfeed lo strumeto del Centralized Me ? Cadendo questa definizione, possiamo guardare a Friendfeed come un nuovo ambiente, senza remore. Andare nella piazza Friendfeed non e' allora cosi' speciale che andare in qualunque altra room, agora', spazio, ambiente virtuale della rete.


Piuttosto potremmo apprezzare che in Friendfeed l'utente inserisce solo contenuti gia' pubblicati in rete, quindi nessuna discussione sul rispetto per l'ownership dei dati ha ragion d'essere. In ogni caso, poi, tutti i contenuti sono disponibili, aggregati via feed, o API. Ben diverso, quindi, da altri ambienti veramente chiusi, come Facebook, che hanno dovuto far marcia in dietro di fronte alle proteste degli utenti sulla gestione dei propri dati.


Ho dovuto cancellare 'solo', perche' FF permette invece anche di inserire contenuti direttamente, non quindi attraverso meccanismi di import da altre fonti. E questo e' un punto effettivamente controverso, di cui forse non se ne sarebbe sentita la mancanza, e' che piu' di ogni altra cosa potrebbe generare ambiguita' nella classificazione di Friendfeed. Ma e' un problema cosi' grosso ? Non e' forse una pragmatica utility che, pur incrinando la purezza del modello sottostante, introduce una discreta comodita' ?


Rimane ora da farsi un'idea di cosa Friendfeed effettivamente e'.


About Friendfeed #1: e' vero boom ?

Friendfeed e' un socialnetwork, un aggregatore, un servizio web2.0, un ambiente, qualcosa difficile da definire. Una cosa e' sicura: FF e' web2.0, forse la piu' nuova tra tutte le cose che il web2.0 ci propone oggi.


E come tutto cio' che e' web2.0, il suo successo lo decidono gli utenti.


Dunque incominciamo da qui. FF ha successo ? Il grafico seguente ci da' qualche numero (il confronto tiene conto del numero di accessi, non della analogia tra servizi).




Da notare che Facebook ha un numero di accessi di un'ordine di grandezza piu' grande, paragonabile per intenderci agli accessi del sito microsoft.com (sempre fonte Google Trends).


FF ha una popolarita' in forte crescita ma e' da considerare 'nuovo', ancora non molto diffuso, e forse anche destinato ad essere raffinato e corretto.


Non e' solo un dato quantitativo: saranno gli utenti a determinare cosa FF diventera', soprattutto in un caso come questo in cui vengono proposte diverse modalita' di utilizzo.


A conferma di questo, i vip della blogosfera mondiale stanno ancora dimostrando entusiasmo e disponibilita' a sperimentare nuove applicazioni/utilizzi di FF, segno che non stiamo esaminando il fenomeno col solito 'ritardo italiano'. Del resto FF e' aperto al pubblico solo dall'inizio di quest'anno.


Vediamo allora cos'e' Friendfeed.


mercoledì 16 luglio 2008

Cambio di prospettiva


La singolarità è vicina

Ray Kurzweil

Editore Apogeo






Da una discussione sul libro in corso su Anobii:

clipped from www.anobii.com

Mi sembra sicuro fin d'ora che l'interconnessione attraverso internet con gli altri 'cervelli' e con qualunque altro oggetto interfacciato col web, aumenta enormemente la 'potenza di calcolo' dell'umanita' (non del singolo!).

Ma mi domando se sta veramente nascendo UNA macchina nuova ?

http://futuroprossimo.blogosfere.it/2008/07/kevin-kell...

http://www.kk.org/thetechnium/archives/2007/11/dimensi...

[...]

Nella prospettiva 'a breve', anche sapendo che nessun vero salto nell'evoluzione si sara' compiuto, c'e' il dubbio che questa entita' bionica che si va pian piano realizzando, a partire dal giorno d'oggi, cioe' "umanita'+web+macchine", avra' mai una sorta di coerenza (non dico autocoscienza) tale da poterla riferire come "unica".

Qui un'altra domanda potrebbe essere, cosa permette di riferire ad un organismo come ad un "unico" organismo ? esempio: perche' 1 cellula e' un'unica entita', 2 no, ma se sono opportunatamente combinate allora sono 1 molecola, e cosi' via ? come deve essere opportunamente combinata la somma di "noi+web+macchine" perche' si possa un giorno parlarne come fosse 1 solo organismo ?

[...]

Sulla singolarita' di Kurzweil, sara' anche 'vicina', ma io ancora non la vedo ;-D
Non nel senso che non ci credo (anzi ci credo, si!), ma non riesco a vedere cosa possa essere, e quindi non mi esprimo piu' di tanto.

Qui ricordo l'esempio degli indio americani che videro le caravelle spagnole profilarsi all'orizzonte, ma non potendole riconoscere come navi perche' non avevano mai visto prima nulla di simile, pensarono a strane onde marine, e quindi non furono preparati all'arrivo di stranieri.

[...]

Penso che la singolarita' prossima ventura non significhi necessariamente il trasferimento del controllo dell'uomo alle macchine, ma solo di qualcosa che non e' mai stato comunque sotto il controllo dell'uomo, esattamente come, per esempio, oggi lascio al mio feed reeder il compito di governare i 1000 e passa flussi di conversazioni che seguo, ma non per questo mi sento limitato dal software nell'esprimere il mio arbitrio in quelle conversazioni.

L'unico pericolo che vedo e' nelle intenzioni degli uomini, i quali, mossi da malvagi interessi di potere, applicheranno in maniera distorta l'enorme potenza tecnologica, a danno di altri uomini, che costringeranno a fronteggiare minacce anche molto gravi.

Anche all'epoca della singolarita', homo homini lupus. Chissa' se anche dopo la singolarita' ? Sempre che ci si arrivi.

[...]

Ma l'imminente (e incombente) entita' superumana che avrebbe maggiori possibilita' del singolo uomo, e dell'umanita' tutta, e la cui natura e forza starebbe proprio nella sua rete di interconnessioni che tutto comprende, nostri cervelli e corpi inclusi, non esiste gia' ? nell'ambito di cosa stiamo gia' vivendo ? di cosa siamo GIA' soltanto una parte, attiva ma non certo definitiva ? .

Chiamalo come vuoi, Madre Terra, Ecosistema, Universo ..., noi stiamo solo contribuendo, bene o male, al suo sviluppo. La sua superiorita' e' evidente: chi puo' scomparire senza cuasare la scomparsa dell'altro, non siamo noi...


Gino | Jul 16, 2008
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