giovedì 18 settembre 2008

FlorenceIN, ClubIN e i business network all'italiana

Lunedi sera scorso, c'e' stato il lancio di FlorenceIN, primo network aderente al progetto ClubIN, la federazione che vuole duplicare l'esperienza di MilanIN in ogni regione italiana, e che e' stata quindi anche questa ufficializzata nell'occasione. Per chi non lo sapesse, ma saranno pochissimi, MilanIN, e' la ben nota localizzazione italiana di LinkedIN, il piu' grande e storico network di professionisti in internet.

Tante sigle, ma la sostanza e' semplice: persone, professionisti, che si incontrano per divertirsi, e anche creare opportunita' concrete di sinergie, e in questo caso, con il caloroso spirito italiano.

Innanzitutto l'iniziativa di FlorenceIN e' partita da Laura DeBenedetto, che oltre ad essere mia amica ed ex collega, e' una delle piu' attive networker italiane, famosissima in LinkedIN e tra l'altro attualmente in Dada. E presto sara' anche neo-mamma!

L'atmosfera era quella che ci si poteva aspettare, anzi molto meglio. Moltissimi presenti (piu' di 100 credo), personaggi provenienti dal mondo delle aziende, dell'universita', dei servizi, della PA, ..., un grande entusiasmo generale (e non solo al buffet).

Tutti allegramente riuniti, quindi, prima sotto il palco ufficiale, che pero' e' stato gestito in modo informale con l'efficace coordinamento di Albert(o) Falossi, e poi nella sala (dell'Hilton di Firenze) a fare conversazione col primo che capitava accanto di volta in volta. Un ibridamento continuo di culture esperienze e chiacchiere.




Gia' perche' il business networking e' proprio questo: persone che si erano conosciute in rete, o nel lavoro, o proprio perfetti sconosciuti, si autopropongono con atteggiamento aperto, "generoso", fondamentalmente curioso. Chi arriva dalla rete, arriva da esperienze di partecipazione condivisione e contribuzione spontanea. Ma anche chi la rete la frequenta poco, e' attirato dalla semplice conoscenza dell'altro. E poi, visto che di business networking si tratta, dalla possibilita' che nasca anche qualche opportunita' economicamente rilevante, qualche sinergia.

"Non affrontare l'altro chiedendoti cosa puo' fare per te, ma cosa puoi fare tu per lui", ha detto PierCarlo Pozzati, di MilanIN, parafrasando JFK. E la dice lunga sullo spirito costruttivo e inclusivo che animera' questi network, che non potranno essere scambiati con qualcosa di istituzionale, ammuffito, autocelebrativo o peggio ancora, opaco agli estranei.

I numeri del gruppo fiorentino sono gia' impressionanti dopo appena poche settimane dalle prime mosse. "Siamo appena nati ma siamo già 140 tesserati e oltre 700 aspiranti soci.", ci aggiorna Laura. Ma non c'e' da stupirsi, le persone hanno voglia di questo, hanno bisogno di questo.

Quindi questi business network sono la perfetta dimostrazione della caduta del muro tra internet e vita reale, sono l'occasione per uscire allo scoperto, e costruire dal basso, e dare vita a innovazione e cambiamento. Il mondo delle aziende, dei servizi, e del lavoro in generale, sta per subire una rivoluzione analoga a quella che ha portato internet dalle istituzioni e dalle aziende alle persone. Profondi cambiamenti nell'economia e nella societa' sono in fondo a questo percorso, una progressivo umanizzarsi: vecchi sistemi ingessati stanno per essere scardinati, e nuove dinamiche, trasparenti e condivise, potranno emergere dal basso. Non oso immaginare come la grande propensione alla socialita' degli italiani, anche di quelli piu' individualisti, potra' amplificare questo potenziale.

Ben sapendo che il contesto non e' sempre pronto e favorevole, al giorno d'oggi, come ricorda Roberta Atzori di CagliariIN, con la quale siamo gia' in contatto e preparando scambi di informazioni e visite.

Ora tocca a noi di VenetoIN. E infatti per Simone Favaro e me, sono gia' diverse settimane che si corre il doppio, diverse notti che si dorme poco, diversi giorni che le batterie dei cellulari finiscono anzitempo. Ma c'e' un grande entusiasmo e tante idee, tanta voglia di fare.

E subito dopo c'e' gia' la lista lunga, dice Stefano Tazzi, coordinatore di ClubIN, e in questa Omar Cafini ha un ruolo impegnativo, visto che sta lavorando sia al progetto BolognaIN che a MarcheIN.

Piccoli business network crescono. E sono subito grandi, grazie a chi c'e' e a chi ci sara'.








8 commenti :

[m]m ha detto...

mi sfugge una cosa: collegarsi tutti con tutti, ma per fare cosa?
qual è l'obiettivo? scambiarsi i cv, opportunità, ecc.?
il mio timore è che queste iniziative diventino un concentrato di legami deboli e formali - per esempio, Laura DB ha forse migliaia di contatti su Linkedin tra cui me, ma a milano recentemente non l'ho riconosciuta, e tanti altri con me.
C'è qualcosa che mi sfugge.
ciao
gluca

GinoTocchetti ha detto...

GianLuca,
hai colto nel segno, solo che tu lo vedi negativo, mentre altri positivo.

Altri, compreso Dave Weinberger e il suo "Small pieces loosely joined".

Quando sopraggiungono momenti bui, di dubbio, come quelli che mi dici, prova a chiederti cosa sarebbe senza.

Almeno cosi' chi ha volonta' capacita' e anche un po' di fortuna, ha un'opportunita' in piu'.

Ecco forse questo e' un punto: qui si parla di opportunita' in piu', mentre qualcuno a volte vuole soluzioni preconfezionate.

In ogni caso, sul fatto che conoscenza e contatti stanno diventando commodity e come cambia l'economia basatata sulla conoscenza e sulle relazioni, ho gia' incominciato a scrivere, e ci ritornero' ancora.

Ciao. Gino

ps: anch'io credo che dopo un certo numero di contatti gli altri sono solo marketing1.0. Prova ne e' che non ne ho mai fatto incetta.

Unknown ha detto...

Al di là dell'obiettivo. Io molto più semplicemente preferisco conoscere che non conoscere. Si fa sempre in tempo a dire "no", o a scegliere.
Poi sinceramente faccio sempre molta fatica a capire chi si getta nei social media e poi non socializza, stupendosi peraltro del perchè poi si creino le Reti.
Mah...
Che pensava si facesse sul web 2.0?
Proposta di legami deboli? Può essere. Allora trasformali. Non ti interessa? Non è importante. Loro restano sempre lì, disponibili per un eventuale approfondimento.
Certo la passività, quella no.

[m]m ha detto...

forse proprio il concetto di 'conoscere' è il punto di discussione della cosa.

E' che spesso in MilanIN ho visto uno spamming generale di "add as a friend" e richieste di 'conoscenza' e 'amicizia' che non corrispondeva a nulla di concreto, solo un accumulo di contatti formali.
Ma non è detto debba essere per forza cosi', era soprattutto una riflessione.

GinoTocchetti ha detto...

Si, Gianluca, credo che ci siamo capiti

la conoscenza richiede tempo interazione capacita' di ascolto e comprensione e rielaborazione, ma prima di tutto richiede il contatto e giocarsi in prima persona

e questo chiude il cerchio

@giulia

fully agree

"Loro restano sempre lì, disponibili per un eventuale approfondimento."

si, in questo mondo difficile... sono un punto di riferimento, grande o piccolo non importa

Filippo Albertin ha detto...

Una cosa è certa. Queste esperienze, indipendentemente dalla loro portata, e dalle specifiche "sezioni" della loro portata, vanno portate nel nostro territorio veneto. Non per alimentare grandi movimenti, ma al contrario, per solleticare, favorire incontri, scambiare materiali, parlare di eventi e oggetti presenti nel nostro spaziotempo. Secondo me sarebbe il caso di approfondire, prima tra noi, e poi oltre.

GinoTocchetti ha detto...

@Filippo,

prima di commentare devo dire che non ho capito cosa sono/sarebbero le specifiche "sezioni" della loro portata, quindi potrei aver perso qualche significato del tuo commento

Sono assolutamente d'accordo che ormai e' (anche) l'ora del Veneto!

E il numero di iniziative che ho visto nascere in questi ultimi mesi, e il livello di partecipazione, e' impressionante. Direi che non e' piu' un auspicio, ma un fatto.

La portata, quindi, e lo dico qui sperando di averti capito, non e' un fatto secondario, ma un elemento critico per lo sviluppo di queste iniziative.

Approfondire e "concretizzare" e' anche il mio obiettivo, come sai bene (e anche la mia esperienza), ma non credo esista un unico metodo, e ciascuno ha i suoi pregi e difetti, per fortuna.

In un certo senso, il modello a rete ci da' proprio la possibilita' di decentralizzare e moltiplicare l'iniziativa, aumentando il suo potenziale.

Questo e' anche il motivo percui non mi ci ritrovo in quel tuo prima tra noi, e poi oltre finale. Io avrei detto in rete

Laura DB ha detto...

Gianluca, a Milano... dove non ci siamo riconosciuti?
Io dico che da cosa nasce cosa: entrare in contatto con migliaia di persone porta nuove opportunità. L'importante è saperle cogliere.
Un saluto,

Laura