domenica 16 dicembre 2007

Knol: le pillole di conoscenza secondo Google

E' di questi giorni l'annuncio di Knol, da tutti inteso come la risposta di Google a Wikipedia.

Knol vuole diventare uno strumento di pubblicazione di informazioni approfondite e soprattutto "qualificate" su qualunque argomento lo meriti. Le sue caratteristiche saranno:
1) alta visibilita' agli autori
2) facilita' di accesso: chi scrive non trovera' impedimenti negli aspetti tecnici e grafici
3) separazione tra i contenuti dell'autore e tutti quei contenuti che si genereranno per effetto "social" intorno ai primi
4) ranking dei contenuti, e degli autori, basato sui meccanismi di ranking gia' in uso in Google
5) pubblicita' presente nelle pagine secondo le modalita' gia' in uso in Google

Naturalmente subito la blogosfera ha dato risalto alla notizia, e la principale concentrazione e' andata sul confronto con Wikipedia. Anzi sulla sfida, se non proprio sull'attacco. Un modo di vedere del tutto inappropriato, secondo me.

Gli aspetti distintivi di Knol sono evidenti, e basati su principi sostanziali. Il primo tra tutti e' "la conoscenza non e' svincolata dalle persone". Anzi bisogna riconoscere che l'idea di poter estrarre la conoscenza dalle persone (elicitation), e depositarla in apposite knowledge base, e' ancora negli obiettivi di grosse corporation, ma appunto nel web2.0 l'impostazione il metodo e gli obiettivi sono altri.

Ho letto qualche commento che esprime timore che Google intenda promuovere solo conoscenza "d'elite", perche' associata ad un autore. Non credo che Google punti a dar voce ad una casta di guru. Piuttosto due cose mi sembrano abbastanza evidenti: (a) se cio' che leggo mi colpisce, vorrei sapere chi l'ha scritto, e (b) se sto scrivendo una cosa che reputo importante, vorrei avere il mio piccolo riconoscimento nel vederlo pubblicato col mio nome accanto.

Il secondo elemento distintivo importante, e' che la responsabilita' nel ritoccare il contenuto originale spetta all'autore, e non ad altri; gli altri possono contribuire con critiche commenti e integrazioni che vengono quindi registrati e resi pubblici, ma tenuti separati. Se qualcuno sente la necessita' di riscrivere il testo completamente, puo' tranquillamente farlo: per quell'argomento si avranno due diversi contributi. Credo che questo possa rappresentare in certi casi una facilitazione del processo di accumulo e sistematizzazione della conoscenza. Wikipedia, come tutti sanno, e' basata su un processo diverso, di co-authoring. Certamente avere i due sistemi a disposizione sara' sempre meglio che averne uno solo.

Alcuni hanno poi espresso un risentimento sul fatto che Knol abbia un proprietario, sottolinenando questa differenza con Wikipedia. Altri hanno mostrato una specifica insofferenza verso Google. Intanto sembra che l'assenza di una proprieta' non abbia evitato ombre e critiche su Wikipedia.

Dubitare di Google e' da una parte un torto alle miriadi di iniziative gia' portate a compimento che dimostrano qual'e' il "modello Google" e il consenso che ha ottenuto, e dall'altra una sorta di misura preventiva (non c'e' ancora un motivo reale, ma e' alto il rischio di gravi conseguenze qualora il modello originario venisse abbandonato).

L'unica mia perplessita' invece e' sul sistema di ranking. Una cosa e' misurare la pertinenza di una pagina rispetto ad una "query", un'altra e' misurare l'autorevolezza di un esperto e dei suoi pareri, che non corrisponde necessariamente al numero dei suoi lettori (readership). La rete ha gia' dimostrato che misure di traffico non dicono molto sull'influenza dei blog.

Prima di chiudere devo anche dire qualcosa sulla questione della pubblicita'. Ricordo che proprio Google ha introdotto un sistema per avere pubblicita' piu' discreta, non invadente, e soprattutto "pertinente", tanto che alla fine e' semplicemente utile a chi ne e' interessato e quasi invisibile agli altri. Preoccuparsi di una nuova iniziativa di Google, perche' orientata alla pubblicita' mi sembra sciocco, e anche un po' un torto a quanto Google ha saputo rivoluzionare proprio la pubblicita' in internet, rendendola piu' a misura degli utenti. A chi va in fibrillazione solo al suono della parola pubblicita', ricordo che in forme opportunamente moderate e non invasive (tipo Google appunto) la pubblicita' risulta perfino utile a molti.

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