lunedì 19 novembre 2007

Da "business network" a "collaborative network"

Trascrivo qui il mio contributo al network Marketing Agora', che sta riflettendo su come proseguire dopo la "partenza". Un momento delicato in cui si sta passando (cercando di) da "business network" a "collaborative network". Piccoli "ecosistemi di conoscenza" crescono...

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Carissimo PierLuca e voi tutti di MA,

non posso mancare a questo importante checkpoint, e cerchero' di dire il mio punto di vista con qualche farcitura di considerazioni piu' generali. Tra l'altro, ho tradotto la domanda "quali aspettative ?" in una serie di domande che a mio avviso la sottointendono.

- qual'e' la natura fondamentale di MA?

MA e' un business network di professionisti e osservatori che hanno in comune l'attenzione sul tema del marketing "non convenzionale" (2.0), in Italia

- la natura fondamentale di MA, e' sufficiente a caratterizzare la sua "azione" e a differenziarlo da iniziative simili ?

in parte si, in parte no.
Da una parte, da un business network (cosi' come da un social network), prima di tutto, ci si aspetta che permetta di "fare network". In molti casi il valore e' gia' nel presentarsi ad un gruppo di pari, o di cointeressati (stakeholder), e nell'avere occasione/pretesto per entrare in contatto, ed arrivare a trattare qualunque argomento di interesse comune, a qualunque livello di approfondimento (dalla battuta al trattato in piu' tomi). Io per esempio non avrei avuto occasione di entrare in maggiore "neighbourliness" con alcuni di voi, altrimenti, e vedo gia' in questo un "piccolo" motivo di soddisfazione, che forse tanto piccolo non e'. Ad alcuni (non a me) questa dimensione e' gia' sufficiente: qualche link in piu' al proprio sito, qualche iscritto in piu' nella lista dei propri contatti.

Dall'altra parte, occasioni di questo tipo sono oggi sempre piu' a portata di mano, e quindi diventa urgente (a) differenziare e (b) finalizzare. A differenziare, lo dico subito, ci pensano le persone stesse, con il proprio approccio, metodo, stile. Per finalizzare servono un obiettivo, una strategia, un piano di azione, collavoratori e, ultimo ma non meno importante, destinatari. Siamo tutti d'accordo che a questo punto i passi diventano pesanti, che il metodo non e' chiaro (non e' una startup, non e' un progetto nel senso tradizionale, non e' un'associazione di categoria, ...), e che il network rischia di dividersi piu' che di unirsi, o di entrare in stallo. Qui io vedo molto positivo gia' il fatto che si "sperimenti" un passo avanti rispetto al business networking "di base". Tra le mie aspettative c'e' senz'altro quella di partecipare ad un business network che vuole "collavorare", e non solo fare "linking" e "commenting". Infatti mi sono iscritto nel gruppo Organizzazione.

- siamo quindi tutti d'accordo che MA si sforzi di essere un "collaborative network", e come uscire dall'empasse "facciamo che facciamo" ?

Per calare l'idea di un "collaborative network" nell'ambito del marketing, alcune preziose dritte sono gia' state date dall'Illuminato (PL) e altri:
- contesto italiano (dimensioni, linguaggi, culture, mercati, ...)
- produzione di contenuti "dal basso" (libro multi autore, evento di presentazione, ...)
- approccio empirico (case studies piu' che teoria)

Io sottoscrivo tutto questo. L'unica osservazione qui, e' che per generare contenuti "significativi" e' bene che provengano dal "campo".
Da questo due conseguenze. Chi non ha troppa esperienza dovrebbe avere l'occasione di un "learning on the job". Chi ne ha, probabilmente non vuole condividere quella precedente, che per il network e' utile fino ad un certo punto, ma e' probabilmente disponibile ad applicarla in nuovi contesti.
Quindi la proposta: i case study potrebbero essere di due tipi (I) case study "esterni", cioe' gia' disponibili e "ragionati" all'interno del network, sotto i diversi punti di vista rappresentati al suo interno, (II) nuovi case study che rendicontano esperienze dirette del network ("interni").
Auspico tra l'altro che i referenti dei case study "esterni" siano coinvolti nel network: anche se non saranno disponibili ad analizzare criticamente la propria esperienza (ma non e' detto), quelli sono tra i piu' interessanti partecipanti al network, e certamente potranno riferire di altri casi a cui essi stessi si erano precedentemente ispirati.

Trovo quindi giusto "contarci" su questo, perche' NON tutti quelli che aderiscono al business network, aderiscono anche al collaborative network. Ma fino ad un certo punto. Infatti non tutti coloro che aderiscono poi partecipano, e il conteggio e' significativo solo in parte.

Come qualcuno ha fatto gia' notare la percentuale degli "attivi" tra i "membri" di un network e' molto bassa. Credo quindi che, soprattutto nella fase iniziale, sia importante "crescere" quantitativamente (facendo marketing e comunicazione (2.0) a favore di MA, e quindi proselitismo) e qualitativamente (con iniziative che "attirano" piu' facilmente l'attenzione di chi poi probabilmente "contribuira'" al network, e che consolidano le "relazioni" all'interno del network).

Per ora, passo e chiudo.
-Gino



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