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Come dice Corrado Stajano, Mario Rigoni Stern e' una specie di cancelliere della memoria. Senza enfasi, e senza retorica fa capire bene con i suoi racconti essenziali, simile a un falegname o a un meccanico, com'e' doveroso ricordare, come non si costruisce nulla sul vuoto della dimenticanza e del rifiuto del passato. La scrittura del poeta asiaghese, cosi' densa di particolari e molto descrittiva, e' anche estremamente cinematografica. Segue cioe' il ritmo del racconto cinematografico. Si passa da un campo lungo a primi piani di volti, oggetti, voci che raccontano vicende profondamente umane. Da un treno che corre nella neve, a una mano che getta una carta sul tavolo. Se il paesaggio dell'altopiano di Asiago fa spesso da sfondo ed e' parte fondamentale della sua poetica, col suo linguaggio lirico e allo stesso tempo semplice, Rigoni Stern ci porta in un mondo pieno di ricordi, di odori, dove si riconosce il suono degli animali, gli abitanti del bosco, quel profumo intatto, non contaminato, che ti restituisce un universo pulito dove il rispetto per la natura e del prossimo sono valori fondamentali che non vanno dimenticati. Lo spettacolo, ha come obiettivo quello di far conoscere uno degli autori piu' rappresentativi del Veneto, in una forma, quella teatrale, forse insolita, ma che rispetta lo spirito del grande scrittore e che valorizza un pensiero che ha radici profonde nella nostra cultura.
Lo spettacolo di Citran si inserisce nel progetto "Vicenza per Rigoni Stern" che il Comune di Vicenza ha avviato lo scorso ottobre e che sta proseguendo su diversi piani.
Altre informazioni qui. Locandina qui.
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