clipped from www.ilsole24ore.com Mentre i suoi laboratori di Palo Alto, in California del nord, avevano prodotto delle invenzioni epocali come il mouse, i sistemi di interfaccia grafica, gli editordi testo, l'Ethernet, l'azienda madre localizzata nello Stato di New York fu incapace di capire e sfruttare il vantaggio competitivo potenziale rappresentato da queste conoscenze tecnologiche. Non solo la distanza geografica ma soprattutto quella culturale, cognitiva e istituzionale rendevano la realtà di ricerca californiana e quella industriale e burocratica di New York due mondi che non comunicavano. Come è noto imprese californiane, vicine ai laboratori Xerox, che parlavano la loro stessa lingua ed erano imbevute degli stessi valori, furono in grado di capire e sfruttare in tempi rapidi le invenzioni. |
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Perché gli incentivi istituzionali e la conoscenza possano fluire velocemente fra i vari soggetti sono necessari reti sociali e di comunicazione dense e veloci. Quando queste non siano generate spontaneamente, come nel caso di Silicon Valley, emerge il ruolo ineludibile della governance pubblica del territorio. Soprattutto essa può individuare e promuovere le innovazioni istituzionali, i formati organizzativi e i valori culturali che possano favorire, al meglio, lo scambio e l'interazione finalizzata a stimolare l'innovazione. In questi ultimi anni in alcune regioni come il Piemonte, la Lombardia e l'Emilia Romagna sono stati fatti vari esperimenti di questo tipo che hanno avuto un relativo successo.
Se si riconosce che questa e' la strada giusta, e che su questa strada l'Italia ha smesso di correre molti anni fa, la soluzione non puo' essere nella prospettiva di un intervento pubblico, che sara' certamente lunga per l'inerzia e la burocrazia, ma inevitabilmente corta per la miopia della politica a qualunque livello. Le leve su cui intervenire non sono (solo) l'urbanistica e le infrastrutture, la creazione di qualche polo tecnologico e centro per l'innovazione, ma l'educazione nei vari stadi della vita professionale e personale, la diffusione di valori sociali di "sistema" e non di "giungla", lo sviluppo (e l'attrazione) di competenze con interventi strutturali sul mercato del lavoro, sulle politiche giovanili, sulla qualita' della vita, sull'incentivazione della ricerca e della libera iniziativa.
Se e' vero che alcune iniziative di egovernance locale possono essere comunque incisive, quello che manca in Italia e' un disegno di insieme inspirato dalla cultura e capace di promuovere e sviluppare cultura. Un disegno neoumanistico, che ripone l'uomo al centro, coi suoi bisogni e le sue capacita': gli uomini che ritrovano la fiducia nelle proprie possibilita', e che vedono favorite le manifestazioni delle loro capacita', sapranno poi da soli organizzarsi e tessere quella rete sociale capace di attrarre risorse, renderle produttive e generare innovazione. L'egovernance permetta agli uomini di diventare protagonisti della loro vita, e non si faccia protagonista della vita degli uomini.