Di seguito la nota introduttiva alla discussione aperta su Innovatori, sul tema "Internet e territorio".
"Quello che era un ammasso di cellule improvvisamente diventa un organismo, quello che era un insieme di individui può diventare un gruppo sociale... Dunque la nozione di emergenza è essenzialmente la nozione che ci siano in natura tutta una serie di processi, retti da regole locali, con piccole interazioni locali, che messi in condizioni appropriate, danno origine a un nuovo livello a cui bisogna riconoscere una specifica identità" - F. Varela
Le persone che da piu' o meno tempo stanno frequentando la rete e godendo della straordinaria opportunita' di un luogo sociale, partecipativo, dove le dinamiche sono semplificate, e l'informazione e la conoscenza circolano liberamente rigenerandosi "dal basso", dove le persone stesse sono al centro, sono naturalmente portate a trasferire questa esperienza nel territorio, nella vita reale.
Fin quando in internet il comune sentire e' stato legato e condizionato dalla passione per la tecnologia, anche se in relazione al suo effetto dirompente sulla societa' e sul business, la comunita' degli utenti di internet e' rimasta ben differenziata nella societa' stessa.
Ora pero' il clima e' cambiato. Il comune sentire si e' ora definitivamente focalizzato su un modello sociale basato sulla partecipazione, condivisione, inclusione. La tecnologia e' ridiventata solo strumentale. Il successo dei social network e business network conferma che le persone si sentono protagoniste, piu' che dello strumento stesso. Noi siamo i generatori di contenuti, e il contenuto stesso.
E' giusto puntualizzare che la novita' e' relativa, e i visionari delle origini erano orientati proprio a questo, ma spesso la tecnologia abilitante richiede lungo tempo prima che l'utente possa impadronirsi delle sue potenzialita'.
Questo nuovo senso comune sta permettendo l'abbattimento del confine tra internet e territorio. Le persone in internet non sono diverse da quelle sul territorio. Stesse persone, stesse esigenze, stesse aspirazioni. E come dice il mio amico Giorgio, quindi stesso territorio. Ecco che oggi la forza dirompente e rivoluzionaria di internet sta debordando nel territorio non digitale, nella vita non digitale.
Qui pero' sorgono ancora alcune complicazioni. L'abitudine a costumi predefiniti, e orientati alla "separazione" piu' che all'inclusione. La diversita' di esperienze e linguaggio che e' ancora molto piu' vasta nella vita reale, mancando ancora in internet la rappresentanza di alcune fasce sociali e professionali. La logica economica della competizione e del mercato, in contrapposizione con quella prevalente in internet della condivisione e del dono.
Anche questa fase richiedera' del tempo e porra' problemi di adattamento e resistenza. Anche in questa fase alcuni modelli si dimostreranno piu' solidi, alcune esperienze di successo potranno essere replicate e interpretate, e molto ci sara' da innovare e sperimentare.
Questo vuole essere uno spazio per discutere, riconoscere, confrontarsi, proporre proprio in merito a questo passaggio.
lunedì 13 ottobre 2008
Internet e territorio
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5 commenti :
Ben scritto, Gino.
E proprio un pensiero sistemico, attento ai flussi di persone e di culture - ethnoscapes e mediascapes, riuscirà pian piano a render conto dei nuovi livelli di complessità (il tuo Varela iniziale) che, come stiamo scoprendo, l'abitanza biodigitale rende possibili.
Arriveranno fiumi di nuove parole, per nominare quello che oggi percepiamo ancora confusamente, e nuove sinapsi culturali collegheranno nuovi concetti.
E' un momento di sperimentazione, sì, di moltiplicare la varietà degli approcci, per meglio comprendere le forme dei nuovi fenomeni.
Mi fa piacere, Gianni, che ti ritrovi. Son convinto che avresti ancora molto da dire.
Certo che giochi con il linguaggio come il mangiatore di fuoco con le sue clave ardenti, prima di inghiottirle e trasformarle in grandi nuvole di fuoco, e la gente tutta intorno a dire oooh.
Mi fai ricordare il periodo in cui e' scoppiato il fenomeno dei blog e dei servizi web basati sulla socialita'. Anche allora c'era un grande fermento nel linguaggio (serviva a nominare i nuovi servizi e le nuove societa'/progetti), come se la disposizione delle parole fosse gia' utile a disegnare nuove prospettive, tanto ampio e vergine era il territorio che si apriva con il nuovo approccio.
1. Gianni?? E chi è Gianni? :)
2. A me ricorda il primo verseggiare delle liriche trobadoriche, gli studi sul volgare del '400, i poeti paroliberisti del Seicento come Marino Marini e la "piega" del barocco, gli scapigliati, i futuristi, il beat, il punk, tutti quelli che han dovuto forzare i linguaggi e i codici per accogliere nell'enunciato cose del mondo nuove che si stavano palesando, nell'urgenza della nominazione. Ma ci vuol taanta pazienza, coi giovani.
Gianni??? perche' ho detto Gianni? per sintesi di Giorgio Jannis? o perche' sono fuso, porta pazienza
**Noi siamo i generatori di contenuti, e il contenuto stesso.**
sì quasi sempre, si sta muovendo il tutto verso un "abbattimento del confine tra internet e territorio", ma non dappertutto, ci sono ancora molte resistenze anche in settori che si potrebebro definire produttivi, ma credo sia la strada giusta da imboccare.
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