[...] Il lavoro manuale sta anch’esso cambiando, diventando più intelligente, creativo e anche tecnologico. Pensiamo appunto all’idraulico, che oltre a maneggiare tubi e impianti sanitari, può in realtà diventare lo snodo decisivo per la diffusione della green economy nelle nostre case. Infatti, se vogliamo che qualcuno ci aiuti a recuperare efficienza energetica o ad ottimizzare i consumi d’acqua, è all’idraulico che ci dobbiamo rivolgere. Un idraulico, però, intelligente e istruito. Perché non dovrebbe avere una laurea?
[...] Questa relazione fra manualità e intelligenza vale anche per i servizi alla persona, come quello delle badanti, il cui lavoro aumenterebbe di valore se integrato da conoscenze mediche, psicologiche e organizzative. Una società che invecchia non ha bisogno solo di chi rimbocca le lenzuola, ma anche di chi sa applicare nuove tecnologie per l’assistenza, far funzionare la domotica nell’appartamento e organizzare servizi dedicati. In definitiva, se il lavoro manuale continua a dominare la scena del mercato del lavoro, non lo fa a scapito di quello istruito. L’errore è semmai continuare a pensare manualità e istruzione come dimensioni alternative, ma questo non fa bene né all’una, ne all’altra. Avvicinare scuola e università con il mondo del lavoro è dunque necessario per superare il dualismo dei saperi. Stage, testimonianze in aula, visite in azienda, laboratori di laurea, dottorati collegati ad un progetto di innovazione, … sono tutti strumenti che possono aiutare questo incontro. Ma è anche necessario che nella scuola e nell’università si diffonda la cultura dell’imprenditorialità, che costituisce il collegamento più efficace fra nuove conoscenza e nuovi prodotti e servizi. Per superare la disoccupazione intellettuale abbiamo bisogno anche di questo.
A questo proposito, tempo fa avevo indicato come paradigma da prendere a riferimento, dove possibile, quello del chirurgo, che combina una competenza maturata in anni di studi e di esperienza sul campo, e che pero' non cessa mai di operare con le proprie mani, e quindi di spendere una buona parte della sua giornata lavorativa eseguendo azioni pratiche, sostanzialmente analoghe a quello che faceva negli anni di apprendistato.
[Leggi l'articolo "La badante e la domotica" di Giancarlo Coro', direttamente sul blog di FirstDraft]